STORIA DI UN CADAVERE
C’era una volta, un uomo, sciocco ma molto fortunato. Infatti, era stato
preso in simpatia da una fata che esaudiva ogni suo desiderio.
Quest’uomo, aveva un fratello, avaro con un pessimo carattere e molto
malvagio, al cui non andava giù la fortuna del fratello, non trovava giusto
che un uomo sciocco avesse una fata che lo proteggesse, mentre lui che era
intelligente e aveva grandi progetti, doveva arrangiarsi da solo, anche per
un solo pezzo di pane.
Un giorno, decise di uccidere il fratello così che la fata proteggesse lui.
E così fece; lo pugnalò cinque volte al petto e lo butto in un burrone,
subito fuori la città
La fata, non trovando il suo protetto, cominciò a chiedere in giro….e scoprì
dove fosse il corpo dell’uomo. Il fratello faceva finta di essere
preoccupato; così che la fata, quando avesse trovato il corpo del fratello,
si sarebbe affezionata a lui.
Ma così non fu; la fata si arrabbiò moltissimo, ed essendo una fata, diede
al corpo del suo amato nuova vita. Visto che lei governava le arti
benefiche, gli diede la vita, fino alla sua sepoltura.
Poi chiamo a se i folletti; e chiese loro di seppellire il suo protetto…ma
in una maniera un po’ particolare….
La sera, come ogni sera, il fratello avaro faceva la sua passeggiata; quella
sera incontro i folletti… Da prima non si accorse di nulla…. Poi girandosi
si ritrovò tutti gli esseri davanti, che lo immobilizzarono e gli
attaccarono qualcosa intorno al collo e ai fianchi.
Guardandosi i fianchi vide delle gambe e al collo aveva delle bracci,
bianche e fredde… ma ancora possenti. I folletti gli dissero che avrebbe
dovuto seppellire il corpo del fratello, entro otto ore ; prima dell’alba.
Ma il cadavere non doveva essere sepolto in un posto qualunque doveva
trovare la bara nera. In principio l’uomo avaro non sapeva dove andare; il
cadavere del fratello gli indico la strada, con la mano e così cominciarono
a camminare.
Dopo qualche chilometro, la mano si alzò di nuovo per indicare la via da
seguire.
Dopo molti chilometri arrivarono in un campo santo, dove il fratello avaro
provò ad entrare per seppellire l’uomo stolto; ma appena varcò la soglia, si
trovò davanti un muro di spiriti di uomini, donne e bambini che gli
impedivano il passaggio.
L’uomo prese paura e se ne andò.
La mano indico una collina ad est e sussurrò all’orecchio dell’avaro
“seppeliscimi lì” l’uomo felice di potersi liberare del morto, corse fino
alla collina e ci salì in cima.
Dalla cima vide uno spettacolo orribile; era pieno di morti; e c’erano gli
uccelli che mangiavano gli occhi e le carni; il cadavere chiese di essere
lasciato lì, ma l’uomo, anche se cattivo si rifiutò di fargli avere una fine
così squallida.
Così lo porto via con se, chiedendogli un altro posto per seppellirlo; a
quel punto la mano si alzò e gli indico la strada, come sempre.
Dopo meno di un’ora giunsero in prossimità di una chiesa.
Il cadavere chiese all’uomo avaro di seppellirlo sotto i grandi massi che
facevano da pavimento.
Entrarono e trovata una pala, l’uomo avaro cominciò a scavare e fare leva
sui massi per trovare un posto per il fratello.
Il primo tentativo andò male; e così il secondo e il terzo; allora il
cadavere disse che, probabilmente, in quella chiesa non c’era abbastanza
posto per un altro uomo, quindi se ne andarono e ricominciarono a camminare.
Poco dopo, passarono vicino alla casa di uno stregone che, vedendo l’uomo,
gli chiese cosa lo affliggesse, lui gli raccontò la storia dall’inizio alla
fine.
Dopo averlo ascoltato, il mago gli fece una proposta: “se mi dai il cadavere
di tuo fratello, lo farò bollire con gli altri cadaveri del giorno. E’ una
tradizione di queste parti, di solito ce li mangiamo nello stufato”.
Prima che avesse finito la frase, l’uomo se ne era andato il più lontano
possibile con il suo cadavere e continuò la ricerca della bara nera.
Poi gli venne un’idea e si ricordò che l’unica bara nera era quella che
teneva per se nella sua casa di montagna, la quale si trovava lì vicino.
Si fece coraggio, si alzo e comincio a camminare verso la casa di montagna,
giuntovisi, trovò la bara e il cadavere all’improvviso si infilo nella bara.
L’uomo avaro la portò fuori; e lo seppellì; quando ebbe messo anche l’ultima
palata di terra apparve la fata che così gli disse: “ Anche se tu avevi un
cattivo carattere hai saputo accettare, senza metterti a litigare con tutti;
inoltre anche se sei cattivo, hai un cuore; e non hai lasciato tuo fratello
che fosse divorato dai corvi.In più anche se avaro, hai donato la bara a tuo
fratello.Dopo questo viaggio, sei diventato un uomo migliore; e per questo
d’ora in avanti, avrai la mia protezione qualsiasi cosa accada”.
L’avaro era molto felice della notizia, e per questo, fece un gran banchetto
in onore della fata.
CHI DORME NON PIGLIA PESCI
Tanto tempo fa due formiche, di nome Ester e Federica, vivevano nella loro
casetta in mezzo ad un campo di grano.
Ester decise di prendersi un giorno di pausa perché aveva tutte le zampe
doloranti, Federica non era molto contenta di quella decisione, ma Ester era
irremovibile.
Dopo una giornata di ozio ne volle un’altra, ne volle un’altra e un’altra
ancora…così alla fine passò l’estate nell’ozio completo.
Federica, circa un mese prima, le aveva detto che, durante l’inverno non le
avrebbe dato del cibo e che se voleva mangiare, doveva cercare il cibo da
sola.
I giorni passarono ed Ester non usciva mai di casa, dormiva sempre.
Arrivò l’inverno che portò la neve. Federica se ne stava al calduccio,
mangiando le provviste che aveva raccolto durante l’inverno; mentre Ester
che aveva, che aveva perso l’occasione di farsi delle provviste andava in
giro sotto la neve, cercando qualcosa da mangiare.
E così morì sola, per aver voluto dormire invece che lavorare.
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