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di Crescenzo De Sena

L’AVVENTURA DI AGOSTINO


C’era una volta una persona molto sciocca di nome Agostino, spesso, era preso in giro dai suoi compagni per la sua stupidità.
Un giorno, mentre passeggiava per il bosco, fu rapito da un uomo con il volto coperto che gli incuteva molta paura.
Questi, rapì Agostino e lo rinchiuse in un enorme castello.
Tra le tante stanze, presenti in esso, ce n’era una in particolare: quella degli esperimenti. Qui c’erano molte pozioni velenose che l’uomo usava con le sue prede e che teneva su alcuni scaffali, arrugginiti e sporchi.
L’uomo, dopo aver portato Agostino in questa stanza, lo costrinse a bere una pozione che lo avrebbe fatto diventare una pianta carnivora.
Nel frattempo, una fata molto smemorata, alla ricerca della sua bacchetta magica, si trovò davanti al possente castello, e sentendo delle strane grida, pronunciò una filastrocca, con la quale trasformò il veleno in una pozione che trasformò Agostino in un Gigante. Agostino, quindi, grazie alla sua forza, poté liberarsi dall’Uomo Malvagio.
Uscito dal castello incontrò la fata, la ringraziò e proseguì, insieme a lei, il cammino verso casa..

IL LOCALE

Un contadino aveva un figlio chiamato Fiordinando, che passava tutte le sue giornate a studiare sui libri. Leggeva, sempre chiuso nella sua stanza, chiudeva il libro e guardava alla finestra, il giardino e la strada trafficata e ricominciava a leggere e a pensare.
Dalla sua camera non usciva che per colazione e per pranzo; di rado lo si vedeva far due passi in giardino. Un giorno, il suo amico Paolo disse al padre: potrei, signor Rossi, salire a salutare suo figlio? È tanto tempo che non lo vedo.
Il padre disse: prego. La tua visita lo aiuterà a distrarlo.
Il giovane ragazzo andò dunque nella camera di Fiordinando che gli chiese: dove vai vestito in questo modo? Il giovane rispose: alla festa di compleanno di Maria; e gli chiese chi erano gli invitati, i regali che avrebbero portato, ed il luogo della festa.
A Fiordinando s’accese la fantasia: Senti, gli disse: voglio venire anch’io alla festa. Tu non dire ai miei, altrimenti non mi farebbero venire, io gli dirò che devo accompagnarti un attimo.
Va bene, rispose Paolo.
Pochi minuti dopo, Fiordinando disse al padre: Paolo mi ha chiesto di accompagnarlo in libreria; posso andare?
- Passi già tutto il tuo tempo sui libri! Rispose il padre; perché non ti svaghi un po’?
- Comunque va bene.
Prima di cena, Fiordinando e Paolo si avviarono alla festa con i regali. Ogni ragazzo che Paolo incontrava alla festa ci chiacchierava, si scambiavano i numeri di telefono…. Fiordinando, invece cercava di fare lo stesso, ma con scarsi risultati. La festa si concluse e Paolo aveva conosciuto tantissime nuove persone, Fiordinando neppure una.
Era ormai molto tardi e Fiordinando vide un ragazzo che prima aveva parlato con Paolo, cercò di avvicinarlo ma egli era molto preso a chiacchierare con altri ragazzi che non ci fece neanche caso. Fiordinando lo seguì finché non vedendo più il suo amico, cercò di chiamarlo al telefono, ma era spento, ed inoltre il ragazzo che aveva seguito era sparito.
Fiordinado cominciò a correre, era stanco morto, decise di sedersi su un muretto, tutto desolato; ed ecco che in lontananza sentì della musica, e si avviò in quella direzione fin quando non arrivò all’entrata di un enorme locale.
La porta era aperta, e Fiordinando diede una sbirciata. Entrò. C’era una ampia sala piena di gente che festeggiava e si divertiva. Si sedette ad un tavolo per riposarsi e bevve un po’ di Coca-Cola. Poi si alzò, e passò in un’altra sala, dove c’erano molte persone che ballavano.
Appena fece l’ultimo passo, sentì un pianto, si girò e vide una ragazza che piangeva in disparte.
Lui, cercò di vedere il suo volto ma era coperto da un cappuccio nero.
Nel momento in cui Fiordinando stava cercando di comunicare con la ragazza, ricevette una chiamata dal suo amico Paolo. A quel punto, Fiordinando salutò la ragazza (anche se non rispose) e se ne andò. Quando uscì dal locale, vide che si era fatto molto tardi e decise di non tornare a casa, in quanto sapeva che i suoi genitori l’avrebbero sgridato, ma di passare la notte lì al locale con la nuova ragazza che aveva “appena conosciuto”.
La notte passò molto velocemente e la ragazza sembrava affezionarsi a Fiordinando; ma nonostante ciò, non parlava mai e soprattutto non voleva mai togliersi il cappuccio di dosso. La mattina seguente, al risveglio di Fiordinando la ragazza non c’era più; nel locale non c’era più nessuno e quindi decise di uscire.
Per tutto il giorno si mise in cammino per ritrovare casa sua ma fu inutile perché si ritrovò di nuovo nel locale. Entrò e gli successero le stesse cose della sera precedente.
Il giorno dopo si mise nuovamente in cerca di casa sua e riuscì a trovare il suo amico Paolo, con il quale tornò a casa, dove non passava più il suo tempo a leggere libri, bensì a fare lunghe passeggiate nella campagna. La madre, ogni volta che lo vedeva si faceva sempre mille domande finché un giorno andò da lui e gli chiese di dirle tutta la verità. Fiordinando, allora le raccontò tutto da cima a fondo, dicendole quello che gli era successo nel locale e che si era innamorato di una ragazza, la quale non parlava, ma soprattutto non voleva mai togliersi il cappuccio di dosso.
Allora, la madre gli diede dei consigli, e gli disse che se era veramente innamorato di quella ragazza doveva andare di nuovo nel locale e nel momento che stava con lei doveva far cadere il cellulare, così da farla chinare a prenderlo, strappandole il cappuccio e vedendo finalmente la sua faccia.
Fiordinando, così fece. Andato nel locale, la vide, mise in pratica la strategia e scoprì finalmente il suo volto. Era bellissima, aveva i capelli biondi e gli occhi celesti come il mare.- Stupido ragazzo! Mi hai tradita.
Se potevo incontrarti un’altra volta senza parlarti avrei mantenuto la promessa che aveva fatto alle mie amiche e sarei stata la tua fidanzata. Ciao, e sappi che ora per colpa tua dovrò andarmene di qui e partire per Milano.
In quel momento sparirono tutti e Fiordinando si trovò solo nel locale.
Tornato a casa non perse tempo: preparò il suo zaino pieno di soldi e scappò via.
Salito poi sul primo treno che vide e dopo essere stato tante ore nel treno arrivò a Milano, dove cominciò a cercare la ragazza; chiese a molte persona se la conoscessero, ma tutte le dissero di no.
Infine, provò con un’ultima persona (una ragazza della sua età), la quale appena lo vide si innamorò di lui e gli disse di averla vista arrivare il giorno prima in un locale.
A sentir queste parole, Fiordinano si rallegrò e chiese alla ragazza se conoscesse l’interessata. Lei rispose di no, ma disse che passava sotto casa sua ogni giorno alla cinque in punto.
Fiordinando molto contento disse alla ragazza: Posso venire su da te intanto che aspetto le cinque?
La ragazza disse subito di si, ma già stava escogitando qualche piano.
Appena saliti, la ragazza gli chiese se voleva qualcosa da bere e Fiordinando accettò, ma quella bevanda conteneva qualcosa di veramente pericoloso.
Fiordinando dopo aver bevuto, parlato un po’ con la ragazza, se ne andò e si mise ad aspettare che passasse, ma fu colpito da un sonno tanto profondo che s’addormentò per tre giorni di seguito.
Poco dopo, passò la ragazza, lo riconobbe, si mise in ginocchio, gli diede un bacio, ma niente, non voleva svegliarsi; allora gli lasciò una lettera sotto il braccio e scappò.
Bisogna sapere, che li vicino abitava una maga, che dalla finestra del suo appartamento era stata a spiare tutta la scena. Appena la ragazza andò via, la madre uscì di casa, prese la lettera e tornò a casa sua. Il secondo giorno, la ragazza passò di nuovo di lì e rivide Fiordinando, cercò di svegliarlo ma fu inutile; allora gli lasciò il suo braccialetto e andò via. La madre uscì nuovamente dal suo palazzo, prese il braccialetto e andò via. Il terzo giorno la ragazza passò: con urli, schiaffi in viso, baci e scossoni, cercava di svegliare Fiordinanado; ma non riuscendoci gli lasciò una ciocca dei suoi capelli e andò via. La maga uscì da casa sua, prese i capelli e stette a guardare cosa succedeva.
Quando a notte fonda Fiordinando si svegliò non ricordava più niente di cosa era successo; ma quando riacquistò la memoria era molto arrabbiato perché non sapeva più dove fosse la ragazza.
Fiordinando allora decise di tornarsene a casa, ma mentre se ne stava andando gli venne un incontro la maga che gli disse di non andarsene perché gli avrebbe detto qualcosa che gli sarebbe interessato.
Allora, dopo avergli detto cos’era successo gli diede i vari oggetti che la ragazza gli aveva lasciato.
Fiordinando appena sentì queste parole chiese alla maga dove poter trovare la ragazza. La maga gli mostrò una direzione, e Fiordinando fidandosi andò in cerca della ragazza. Passarono alcuni giorni e finalmente uno di loro fu quello fortunato perché trovò la sua amata. Quindi dopo essersi rivisti, si fidanzaronoe vissero felici e contenti.