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DIARIO di viaggio di Elisa Semeraro

“Buon giorno a tutti i compagni di viaggio, siamo dispiaciuti di informarvi, che durante le prime ore del mattino, il traffico in città sarà molto intenso!” Siamo partiti dal piazzale Ippodromo, insieme alla prima I "del liceo scientifico G. Galilei", alle 8 del mattino e dopo circa un’ora, siamo arrivati in piazza Oberdan (normalmente occorrono al mssimo dieci minuti!). Nonostante questi contrattempi la giornata è passata molto velocemente. Una volta arrivati nel comune di Marano , dopo aver assistito ad una breve introduzione sulla riserva naturale in un tipico “casone” riscaldato, ci siamo recati verso la barca che avrebbe dovuto portarci ad ammirare il “magnifico” paesaggio circostante! La parte inferiore dello “yacht” era al coperto ed è lì che la maggior parte di noi ha preferito stare (anche perché fuori soffiava un vento gelido e pioveva). Passati dieci minuti, l’organizzatore della gita, Adriano, ci ha portato delle tartine con acciughe e alle macchinette delle bevande ci siamo presi la cioccolata calda: un abbinamento veramente perfetto!! Mentre l’altro capo gita cercava di spiegarci qualcosa riguardo gli uccelli del luogo e un falco della palude spiccava il volo, noi ci divertivamo a scattare foto! Verso l’ora di pranzo ci siamo riuniti intorno al fuoco nel casone di Adriano e mentre lui suonava la chitarra noi intonavamo allegre canzoni triestine! Il tempo passava senza che ce ne accorgessimo e incredibilmente ci divertivamo. Improvvisamente l’atmosfera è stata interrotta da una portata di sarde fritte che all’inizio tutti hanno un po’ snobbato, ma dopo i primi assaggi quasi entusiastici, sono andate a ruba. E la parte culturale della gita?! Purtroppo o ben per noi, a causa delle avverse condizioni meteorologiche, l’osservazione degli uccelli migratori si è ridotta nel vedere qualche gabbiano e qualche paperetta! La riserva è un’area avifaunistica di valore internazionale ed è riconosciuta come sito per la sosta e lo svernamento degli uccelli acquatici, è formata da molti canali con fondali fangosi a profondità molto bassa e barene, cioè isolotti che emergono quasi sempre dall’acqua su cui vivono vari tipi di piante. Il ritorno è stato altrettanto piacevole e in cabina di pilotaggio il “comandante” ci ha permesso a turno, chi lo desiderava, di condurre la motobarca lungo i canali navigabili. Durante l’ultima ora siamo scesi tutti in coperta, trasformata in una specie di discoteca e ci siamo scatenati con balli sfrenati aiutati anche dal rollio della barca! Tutto sommato abbiamo trascorso una piacevole giornata che ci ha aiutato a conoscerci di più e a vivere la realtà dei casoni, un po’ distante da noi ma molto interessante.