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L’ idrografia della Sardegna è quella tipica delle regioni mediterranee.
Data la ridotta distanza tra le vette e la costa tutti i corsi d’acqua si possono considerare a regime torrentizio, caratterizzati da piene rilevanti nei mesi tardo
autunnali e da magre estive assai accentuate. Unici che presentano il carattere di perennità sono: il Flumendosa, il Coghinas, il Cedrino, il Liscia, il Temo ed il Tirso. A causa della costruzione di sbarramenti tuttavia anche questi corsi d’acqua presentano nei mesi estivi deflussi assai ridotti e talvolta nulli.
Nell’isola tutti i laghi sono di tipo artificiale ottenuti con sbarramenti di numerosi corsi d’acqua ad eccezione di quello di Baratz unico naturale in Sardegna.
Il lago Omodeo, situato al centro dell’isola, si trova in una zona della Sardegna ancora incontaminata, ricca di sorgenti, grotte, fiumi e miniere abbandonate.
Nacque nel 1922 in seguito allo sbarramento del fiume Tirso e alla costruzione della diga di Santa Chiara. Questo bacino artificiale è il più grande d’Europa e offre ogni anno nel periodo che va dai mesi estivi fino alle prime piogge invernali uno spettacolo unico nel suo genere. Infatti con il ritiro delle acque riemerge parte della foresta fossile pietrificata e i resti di numerosi Nuraghi.
La foresta fossile è un luogo molto suggestivo, sia perchè ci si ritrova a camminare sul fondo del lago, sia perché è possibile osservare i maestosi alberi pietrificati, che attraverso l’azione erosiva dell’ acqua hanno assunto forme arrotondate e bizzarre.
La formazione di questa foresta risale a 30 milioni di anni fa quando, un’eruzione ricoprì con le ceneri e i lapilli tutta la zona, avviando così quel lentissimo processo di silicizzazione che ha portato, nel corso dei millenni, a trasformare il legno in pietra.
Questi alberi sono talmente ben conservati che da una loro sezione trasversale si possono osservare addirittura gli anelli, che studiati con la dendrocronologia, possono rivelare interessanti informazioni sull’età dell’albero e sulle condizioni climatiche di quel periodo. La foresta fossile può essere comunque visitata anche nel periodo umido, quand’è sommersa, attraverso delle immersioni subacquee.
Sulle sponde del lago Omodeo sorge la chiesetta romanico-lombarda di S.Pietro, che assieme al vecchio paesino di Zuri, per non essere sommersa dalle acque dopo la costruzione del bacino artificiale, fu smontata pietra per pietra con i suoi caratteristici blocchi di trachite rossa e ricostruita più a monte.
Il lago Omodeo è un luogo di incontro per gli amanti della pesca sportiva e degli sport acquatici ed è un importante risorsa idrica per tutta la Sardegna.

Il Temo, colore e anima di Bosa, è l’unico fiume navigabile della Sardegna, per un tratto lungo 6 km che va dalla sua foce fin oltre la chiesa di S.Pietro.
Tra Bosa e il suo fiume esiste uno stretto rapporto di amore e odio, al Temo la città deve la sua ricchezza ma da questo arrivano anche alluvioni e rovine. Il Lungotemo ricco di pregevoli palazzi, di chiese e di antichi edifici per la lavorazione delle pelli contribuisce ad arricchire il fascino di questa ridente cittadina che ha saputo sfruttare i suoi edifici storici per attrarre tantissimi turisti. Questo fiume è importante anche dal punto di vista faunistico poiché questo è l’unico luogo in Sardegna dove è possibile avvistare il nibbio reale un rapace tipico dell’Europa Centro Meridionale che ha trovato qui, alla foce del Temo, un luogo ideale in cui nidificare trascorrere il periodo estivo. 


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Copyright © 2006 Tutti i diritti riservati. Ultimo aggiornamento: 03-08-06.


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