a Roma...
di francesca e angelica pacecho


 


A Roma, una tredicenne di nome Giulia, di famiglia nobile, si svegliò alle prime luci dell’alba e chiamò a gran voce la sua ancella personale, dicendole di preparare l’acqua per il bagno.
Dopo essersi lavata e profumata, chiese all’ancella di portarle il perizoma di lana e la sua più bella tunica, quella color porpora, poiché più tardi si sarebbe recata con i genitori nel foro romano.
Ritornò in camera sua e indossò la sua collana d’oro e di smeraldi.
L’ancella la pettinò e le fermò i capelli con uno spillone d’argento. Poi le passò sul viso e sulle braccia la polvere di gesso, poiché era di moda apparire più pallide possibili, e sulle labbra e sulle guance i fondi del vino per colorarle di rosso.
Indossò i sandali, e dopo un’ultima occhiata allo specchio, si diresse nel triclinio a consumare la colazione.
Il triclinio era la sala da pranzo che prendeva nome dai 3 letti posti per mangiare sdraiati.
Dopo una colazione costituita da pane, datteri e miele, la famiglia uscì e si avviò verso il foro.
Mentre il padre Licinio parlava con l’amico Vitruvio, padre dell’amica Silvia, la madre e Giulia passeggiavano per la piazza. Ad un tratto Giulia vide Silvia, l’amica dell’infanzia da lontano e le corse incontro. Si salutarono e cominciarono a chiacchierare sul fatto che nessuna delle due avesse già trovato un futuro marito.
In quell’istante si avvicinò il fratello di Silvia, Gaio, un giovane generale romano e Giulia lo guardò con ammirazione: lui ricambiò lo sguardo.
Le famiglie delle rispettive amiche, si recarono nella domus di Silvia e pranzarono assieme.
Giulia sbocconcellò qualche pezzo di carne accompagnato da un po’ di vino: durante tutta la durata del pasto notò che Gaio la osservava affascinato.
Dopo pranzo, mentre lei, Silvia e Mario giocavano a palla, vide che Gaio parlava concitatamente con i genitori, Licinio e Vitruvio, indicandola timidamente. Aveva un presentimento.
Nel pomeriggio si recarono tutti alle terme e passarono lì la fine della giornata. Verso sera andarono a casa d Giulia, per la cena. La cena consisteva in 3 portate. Nella prima c’erano insalata, funghi, molluschi e uova accompagnati da vino addolcito con miele. La seconda conteneva frutta, noci e dolci di miele, infine la terza, la più importante, consisteva in 7 piatti diversi di carne, pesce e selvaggina serviti con legumi.
Mentre cenavano. Licinio si alzò e, dopo aver intimato silenzio, proclamò a gran voce che Gaio aveva chiesto la mano di Giulia. Il suo presentimento era giusto! Così intanto che i genitori discutevano della dote, lei e Silvia parlavano eccitate all’idea di diventare cognate.
A notte inoltrata gli ospiti si recarono alla propria casa e Giulia andò a letto sognante e felice.


 

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