MOSTRI

Che cos’è un mostro?

L’etimologia della parola è oscura, ma che essa derivi da moneo (ammonisco) o da monstro (esibisco) il significato rimane lo stesso: il mostro è quell’individuo che suscita terrore o spavento in chi lo guarda a causa di qualche anomalia fisica o deformità. Con il termine mostruosità infatti si vuole indicare una grave malformità per cui l’individuo che ne è affetto differisce notevolmente dagli altri uomini e a volte a causa di essa non può mantenersi in vita.

Con il passare del tempo poi la parola “mostro” è stato usato per definire creature fantastiche come Dracula, Mister Hyde, l’Uomo lupo, King Kong e la creatura a cui il dottor Frankenstein diede vita.

 

Il mostro nella letteratura

Diversi sono gli esempi di opere letterarie molto famose che hanno come protagonista un mostro: tra queste, oltre al già citato “Dracula” di Bram Stoker, troviamo “Frankenstein, ovvero il Prometeo moderno” di Mary Shelley (1818) e “Lo strano caso del dottor Jekyll e mister Hyde” di Robert Stevenson (1886).

Frankenstein” è un romanzo in forma epistolare che narra la storia di uno scienziato il quale, in seguito ai suoi esperimenti con l’elettricità, riesce a dare la vita a una creatura costruita con pezzi di cadaveri sottratti da un cimitero e cuciti assieme. La creatura non verrà accettata dalla società nè dal proprio “padre”, il dr. Frankenstein e finirà per ribellarsi diventando violenta e macchiandosi di vari delitti, tra cui l’omicidio del suo stesso creatore e il suo suicidio. La scelta del sottotitolo “Il Prometeo moderno” vuole suggerire che un certo tipo di conoscenza è e sarà sempre vietato agli uomini, per cui è consigliabile non perseguirlo, pena la propria distruzione: ciò avvenne appunto per il Prometeo della mitologia ellenica, il quale volle favorire gli uomini donando loro il fuoco. Giove, che era contrario al progetto, lo punì, facendolo incatenare e condannandolo per l’eternità a vedersi divorare il fegato (che si rigenerava ogni volta) da un’aquila.

In “Lo strano caso del dottor Jekyll e mister Hyde” invece il mostro è presente come un doppio, una seconda personalità (in negativo) del protagonista, il dottor Jekyll. Anche in questo caso la creazione del mostro è dovuta agli esperimenti condotti da uno scienziato (Jekyll stesso): convinto che la sua personalità fosse duplice, così come quella di tutta l’umanità, grazie ai suoi esperimenti di chimica trovò il modo di scindere le due parti di sè, quella buona e quella malvagia. Egli sperimentò su di sè il preparato e si trasformò in quell’essere che chiamò Edward Hyde, l’incarnazione del puro male. Con una contropozione egli tornava ad essere il dottor Jekyll, e utilizzò questi espedienti ogni volta che ne aveva voglia. Ben presto però la situazione gli sfuggì di mano, Hyde quando usciva compiva le peggiori nefandezze finchè arrivò ad uccidere un nobile londinese e ad essere ricercato. Inoltre le trasformazioni del dottore iniziarono ad avvenire anche senza l’uso della pozione: imprigionato nella figura di Hyde e impossibilitato a uscirne con la contropozione, Jekyll si uccise, liberandosi così anche del mostro.

 

Il mostro come emarginato

A causa del suo orribile aspetto e della sua diversità rispetto gli altri esseri umani, spesso il mostro finisce per essere isolato dalle altre persone e dalla stessa società, diventando così un reietto, un emarginato. Egli soffre per questa condizione di esilio involontario, dovuto a un aspetto fisico spaventoso di cui non ha colpa. Il mostro del dottor Frankenstein inizialmente prova amore e generosità verso chiunque, ma il suo aspetto rivoltante suscita paura e disgusto, quasi odio nelle persone che lo circondano: così, a causa dell’emarginazione da parte della società egli muta il suo atteggiamento e diventa malvagio, violento.

Mentre però Frankenstein e mister Hyde sono il frutto della fantasia di due famosi scrittori, nella realtà i “mostri” sono ben più sconvolgenti.

 

Freaks: i veri "mostri"

Il termine freak è un’abbreviazione di freak of nature (scherzo di natura) e viene utilizzato per indicare quelle persone affette da visibili malformazioni o anomalie, i cosiddetti umani fisiologicamente devianti: giganti, nani, fratelli siamesi, ermafroditi, donne cannone, scheletri viventi e molti altri. Essi però considerano questo termine un marchio infamante e preferirebbero essere chiamati in un altro modo o non essere chiamati affatto. Quelli che si guadagnano da vivere esibendosi nelle fiere (i freak show) preferiscono farsi chiamare “artisti”, come i funamboli e i clown. “Mostri” e “mostruosità” sono stati sino a un periodo molto recente i termini normalmente usati nei trattati medici sull’argomento, e “mostro” è la più antica parola in uso per indicare le anomalie umane.

L’autentico freak suscita sia un terrore soprannaturale sia una naturale simpatia perché, a differenza dei mostri mitologici, è un umano figlio di genitori umani, trasformato però in qualcosa di mitico e misterioso, come non è mai un semplice storpio. Egli inquieta le persone poiché contesta i confini tradizionali tra maschio e femmina, sessuato e asessuato, animale e umano: in poche parole tra realtà e fantasia.

 

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Percorso interdisciplinare di Pamela De Pasquale Anno Scolastico 2004-2005 Liceo Scientifico "G.Oberdan" Trieste