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Capitolo ottavo: dove Berthon chiede aiuto a Peter detto Pan per restituire le parole ai libri

Berthon guardava sconsolato il suo libro con le pagine bianche, le Maxi parole della Maxi lingua erano scomparse lentamente come un ghiacciolo al tepore del sole, proprio ora che aveva scoperto il modo per aiutare i suoi amici, gli orsi e i pinguini. Chi poteva aiutarlo? Chi poteva sconfiggere quel morbo misterioso? Ma certo, Peter, chi altri! Berthon si precipitò nella penultima stanza alla ricerca del magico ragazzo vestito di verde.
- Peter! Peter detto Pan, dove?
- Buongiorno, Berthon / forse utile ti son? - Il ragazzo pareva comparso dal nulla.
- Peter, tutti i libri sono sbiaditi.
- E contento non sei? / così a scuola più non vai!
- No, perché si è sbiadito anche l'unico libro che mi interessa veramente, il Maxi Bon Maxi Libro.
- Stai tranquillo, Berthon, / troverò la soluzion. / Oh, Campanellino / aiutami un momentino.
Un grosso volume dell'enciclopedia di Letteratura prese a muoversi e traballare e infine si aprì: ne sbucò fuori un esserino luminoso che cominciò a vagare allegramente per la stanza. Peter spiegò il problema alla fatina. Una nuvola di scintille multicolori avvolse Campanellino.
- Cosa ha detto? - chiese Berthon impaziente .
- Ha detto: Non ti preoccupare / la formula magica basta trovare.
Campanellino iniziò a girare velocemente su se stessa mandando lampi e bagliori per un tempo che al ragazzo sembrò infinito; finalmente si fermò di scatto e fece un grazioso inchino con il fare soddisfatto di chi aspetta un applauso.
- Brava Campanellino / ti ringraziamo con un inchino.
I due ragazzi ricambiarono la riverenza e poi Berthon afferrò un libro, lo aprì e lesse :
" Tutti i bambini, solo uno, maturano... loro lo imparano subito; così la imparò W. : un giorno a quattro anni, quando giocava in giardino, strappò un tulipano e lo portò di corsa alla mamma. Fu carina in posa, la bambina, tanto che la signora Darling si portò una mano al busto, aprì bocca: - Oh, rimani così tutta la vita!
Da allora in poi W. capì che stava alzandosi. Lo si sa dopo i quattro anni."
- Qui c'è qualcosa di strano, mi sembra che manchi...
E voi, che state leggendo, avete capito che cosa manca nel testo? Ma certo, la lettera E!
Campanellino era un po’ distratta, aveva fatto ricomparire le parole ma si era dimenticata quella vocale importante. Il ragazzo controllò tutti i testi della stanza: non c'era traccia della E.
- Ma come faccio? Senza E non posso scrivere neppure il mio nome!
Peter era molto imbarazzato : - Oh, fata sbadata / di una lettera ti sei scordata !
Campanellino, per la vergogna, emetteva scintille rosso fuoco.
- Svelta, datti da fare / all'errore devi rimediare.
La piccola fata cominciٍ a girare ancora più vorticosamente di prima e per un tempo ancora più lungo. Appena si fermò, aprì un libro e lesse:
" Alessio, ragazzino vivace in vacanza dai nonni. Durante l'anno a Roma, la seconda media al Rosmini; calcio e calcetto.
Manuele, Pra De' Plana. Informatica, rugby, lotta libera, musica, le ragazze."
- Ora manca qualcos'altro!- esclamò Berthon. E Peter sempre più imbarazzato:
- Campanellino, cosa vuoi fare? / Senza verbi non si può parlare!
La fata era sconvolta, non le era mai successo niente del genere! Questa volta girò su se stessa per tanto tempo che alla fine barcollò e cadde a terra tramortita, ma quando Berthon aprì il libro, si accorse che finalmente tutto era tornato a posto.
- Brava mia fata / finalmente ci sei arrivata! - disse Peter orgoglioso.
Berthon tirò un sospiro di sollievo, ora aveva di nuovo il suo prezioso libro e poteva aiutare gli abitanti del Polo ad andare d'accordo.