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filastrocca

Capitolo primo: dove Sofia colpisce al cuore Berthon e gli consegna il suo Filo.

Niente paura, ragazzi, credetemi! Berthon era rimasto folgorato dalla bellezza di quella ragazzina dall'aria un po’ svampita - ricordate?- che egli aveva notato nella prima sala, quella grigia, e stava appunto tornando da lei. Appena l'aveva vista, in mezzo a tutti quei libri, aveva sentito nel cuore una burrasca di emozioni ed era diventato tutto rosso.
- Ciao Sofia, parliamo un po’ assieme ? - chiese timidamente, dopo che i due ragazzi si furono reciprocamente presentati.
- Oh Berthon, la tua visita è gradita, ma io sono un po’ difficile da capire e da digerire! La mia bellezza fa impazzire tutti gli uomini, ma ... non è vero amore. Crescendo, quando a scuola mi conoscerai meglio, mi odierai... - concluse con aria di mistero.
- Sofia, sei simpatica, cerchiamo un modo per andare d'accordo prima che il tempo e la scuola rovinino la nostra amicizia- disse Berthon che non si voleva arrendere.
- La tua proposta mi piace - rispose la ragazzina- tentiamo dunque. Potresti... seguire il mio filo!
- Il filo?- domandò Berthon incuriosito.
- Sii... il filo, il filo!- ribatté Sofia un po’ spazientita, e da un grosso volume, il famoso Tractatus Logico-Philosophicus di Venacio Patricio Belcio kg 18, estrasse proprio un filo; lo passò in mano al ragazzo e sfilandolo diventava colorato, d'oro, d'argento e di seta.
- Sofia ti fa solennemente dono del suo filo. Bada a non perderlo, è molto prezioso e ti aiuterà a capire la vita, a trovare l'amore e ad accettare la morte.
- Grazie! - rispose Berthon, lusingato ma anche assai confuso; e pensò tra sé e sé: Questa è proprio uscita fuori di testa, meglio smammare.
Intanto gli occhi di Sofia non erano più dolci come all'inizio. Il sole da dietro le ampie vetrate stava tramontando ed un grande freddo era calato nell'immensa biblioteca. Berthon aveva paura e rimpiangeva di non avere accanto l'amico Echus.
Nello spiazzo davanti alla chiesa, una campana suonò ripetutamente.
Il ragazzo si accostò alla vetrata della sala per udire meglio i rintocchi: egli non era ancora in grado di riconoscere il richiamo del vespro, ma dal brontolio sommesso del suo stomaco sperò di poter infilare qualche cosa sotto i denti.