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La data di nascita del Caffè degli
Specchi fu il 1839; suo fondatore e primo gestore fu il greco Nicolò Priovolo.
Il locale venne ospitato al pianterreno di Palazzo Stratti in quella Piazza Grande che rappresentava ieri e continua ad
essere oggi ( con il nome, dal 1918, di Piazza dell'Unità d'Italia) il cuore della
città. Per questa sua particolare posizione, il Caffè degli Specchi
diventò subito un avamposto privilegiato per seguire tutte le vicende
storico-politico-economiche e culturali della città di Trieste.
Innanzi tutto il Caffè degli Specchi conserva la testimonianza più antica
della Piazza Grande, per la presenza nelle sue fondazioni, di un tratto di mura del
Castello Amarina, costruito dai veneziani nel 1370 " utilizzando e collegando
opportunamente tre torri della esistente cinta muraria e che - spiega Laura Ruaro Loseri
in Castello e museo di S.Giusto a Trieste, Udine, 1982 - doveva servire da
supporto alla difesa del lato più esposto della città e più pericoloso per
Trieste."
All'epoca la piazza era ben diversa da come si presenta oggi, ma anche da come si
presentava nell'Ottocento, per la presenza di un canale navigabile che era collegato al
mare da canali laterali e per l'organizzazione di un compolesso sistema di ponti, fissi e
mobili, che favorivano l'accesso al castello veneziano. Al di là del canale e vicina al Caffè
degli Specchi e alla Caffetteria che lo aveva preceduto, prima
ancora della costruzione di Palazzo Stratti, si trovava fin dal 1368 la Chiesa di
S.Pietro, scomparsa nel 1871, ma di cui resta testimonianza in qualche incisione e in
alcune fotografie.Palazzo Stratti, di cui il Caffè
degli Specchi occupa l'intera facciata principale fu opera dell'architetto
Antonio Buttazzoni che si era già distinto per la costruzione di altri gandi edifici. Il
palazzo, formato da quattro piani e realizzato in stile neo-classico, si impose
immediatamente, con le sue imponenti proporzioni, su tutti gli altri edifici che si
affacciavano sulla Piazza Grande. Purtroppo le difficoltà finanziarie del negoziante
greco Nicolò Stratti impedirono all'architetto di tener fede al progetto originario.
L'onere del completamento dei lavori, dal 1846, passò dallo Stratti ai nuovi proprietari,
le Assicurazioni Generali.
Di conseguenza se le vicende del Caffè degli Specchi , inizialmente si
intrecciarono a quelle della colonia greca di Trieste a testimoniare il cosmopolitismo
della città, dal 1946 il suo destino si legò a quella grande potenza potenza economica,
appena consolidatasi (1831), ma già rilevante: le Assicurazioni Generali appunto.
La metà dell'Ottocento rappresentò, oltre che un
interessante periodo di sviluppo economico, l'inizio di quelle che sarebbero state le
esaltanti lotte per la conquista dell'italianità di Trieste e il Caffè degli Specchi
sarebbe presto diventato un covo di irredentisti.
In quegli anni il Caffè degli Specchi cambiò molti gestori e subì
notevoli trasformazioni. Dopo Nicolò Priovolo più volte ricordato, la direzione del
locale passò a due caffettieri di professione, Antonio Cesareo e Vincenzo
Carmelich che se ne sarebbero occupati per oltre Cinquant'anni (1884-1945). Vincenzo
Carmelich era presidente della Società triestina di mutuo soccorso e collocamento fra
caffettieri, prestigiosa corporazione della Trieste ottocentesca, mentre un altro
Carmelich, Antonio, era proprietario del Caffè Stella polare.
I Cesareo, famiglia nobile di origine siciliana ma proveniente dalla Dalmazia, vantavano,
accanto alla gestione del Caffè degli Specchi, quella del Caffè del teatro
lirico e del Caffè Garibaldi, mantenute fino allo scoppio della seconda
guerra mondiale. Tra l'altro il Cesareo era dipendente delle Assicurazioni Generali e
forse, proprio per questo, ottenne la gestione del locale.
Nel secondo dopoguerra il Caffè degli Specchi
e l'intero Palazzo Stratti vennero requisiti dagli alleati anglo-americani. Da quel
momento, all'interno del locale vennero collocate le insegne della Royal Navy (la marina
britannica) e ai triestini non accompagnati fu fatto divieto di frequentare il
Caffè.
Nel 1953 la gestione del locale fu affidata a un bergamasco, Angelo Asperi che chiuse i
battenti nel 1967 per avviare alcune opere di restauro. Tra l'altro un primo ripristino
del Caffè era già stato fatto nel 1933. Ultimato il rinnovo, di cui si fecerop
carico le Assicurazioni Generali, nel 1969 il Caffè passò in gestione alla Società Emax
che faceva capo al gruppo industriale di Ermanno Hausbrandt. Da quel momento di società
in società si arriva all'attuale Specchi s.r.l. che si occupa del locale dal 1990.
OGGI: Il Caffè degli Specchi
mantiene la sua posizione privilegiata in Piazza dell'Unità e si presenta al
pubblico con le seguenti caratteristiche: oltre alle bevande che si possono normalmente
gustare in questi locali, il Caffè degli Specchi offre un originale
servizio di buffetteria. Il Caffè organizza mostre di pittura (attualmente ce ne sono due
in corso); per aprile è prevista la vernice di un pittore milanese di grido. Si è persa
invece l'abitudine di organizzare concerti. Negli anni passati invece il Caffè degli
Specchi veniva allietato dall'esibizione di orchestrine e complessi bandistici.
Per l'anno prossimo è prevista una ristrutturazione del locale.
Apertura: dal primo marzo alla metà di
gennaio il locale è aperto 7 giorni su 7
Orario: da novembre a marzo dalle 8.00 alle 21.00
mentre dalla primavera all'autunno dalle 8.00 alle 24.00
Trieste, Piazza Unità d'Italia 7
Tel. 040/365777 |