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Nel 1912, venne demolita la casa sita al n. 18 di via Stadion,
oggi via Battisti, e al suo posto venne costruito l'attuale palazzo di proprietà delle
Assicurazioni Generali. Al pienterreno del palazzo venne inaugurato, il 3 gennao 1914, il Caffè San Marco di Marco Lovrinivich
(originario di Fontane d'Orsera presso Parenzo) che, già direttore della trattoria di
Roiano, Ai dodici Moreri, per aprire il nuovo caffè si era scontrato con l'ostruzionismo
del Consorzio triestino tra caffettieri. Il Consorzio, pur di bloccare Lovrinivich si era
rivolto, invano, all'Imperialregia Luogotenenza. Il San
Marco, sorto là dove un tempo c'era la Latteria Centrale Trifolium, divenne
presto luogo di ritrovo per i giovani irredentisti e laboratorio per la preparazione i
passaporti falsi che sarebbero serviti ai patrioti antiaustriaci per scappare in Italia. L'attività del Caffè fu bruscamente interrotta il 23 maggio
1915 quando una sbirraglia austriaca devastò il locale. Lo stesso Marco
Lovrinivich, dopo la devastazione del locale, venne anche incarcerato a Liebenau, nella
baracca di punizione austriaca, perché si era inettato il tracoma in tutti e due gli
occhi pur di non andare a combattere contro l'Italia. Fra i diversi proprietari che si
alternarono nella gestione del Caffè meritano di essere ricordate le sorelle Stock che
Claudio Magris definisce "minute e inesorabili"( cfr. Microcosmi,
Milano, Garzanti, 1997, cap.1) ma pare esser degna di nota anche una "stagionata
banconiera - ricorda Magris - dai capelli biodoslavati" che pare esser stata
protagonista di una vera e propria aggressione a un cliente che aveva minacciato di
colpirla con la pesantissim macchina per il caffè, soltanto perchè la donna non gli
voleva versare l'ennesimo whisky.
Il Caffè, più volte restaurato grazie alla munificenza delle Assicurazioni Generali, si
presenta oggi, dopo la riapertura fatta il 16 giugno 1997, con l'immutato e suggestivo
aspetto di sempre. Le maschere ammiccano ancora dall'alto, sopra il bancone di legno
intarsiato, opera - spiega ancora Magris - della rinomata falegnameria Cante. Alcune
maschere sono attrbuite al pittore viennese Timmel, che sfogava al Caffè la propria
fatica di vivere. In effetti tutto il Caffè segue lo stile della Secessione viennese che,
abbinato allo stile floreale, gli conferisce un' incredibile suggestione. Interessanti
sono i nudi dipinti sui medaglioni alle pareti, pare da Napoleone Cozzi un
"decoratore alpinista scrittore e irredentista" e da Ugo Flumiani "pittore
- spiega Magris - di acque increspate." I nudi sono infatti la metafora dei fiumi
friulani, ma anche istriani e dalmati che si perdono nell'Adriatico, il mare di Venezia e
quindi di San Marco.
Di grande effetto le innumerevoli foglie di caffè che rappresentano una costante nella
decorazione con il loro ripetersi ossessivo e al tempo stesso rassicurante. Ci sono i
tavolini di marmo con la gamba di ghisa che si eleva su un piedistallo sorretto da zampe
di leone, quel leone di San Marco, voluto dal primo proprietario non tanto per celebrare
il proprio nome quanto per simboleggiare italianità e irredentismo. Molto amato dagli
scacchisti il Caffè, per la particolare disposizione dei tavolini, si presenta - osserva
Magris - come una scacchiera dove gli avventori sono costretti a muoversi come il cavallo.
OGGI: Il locale è gestito da Franco Filippi.
Il Caffè ospita tutto l'anno mostre di artisti locali. Rinomate sono le ostriche che il San
Marco propone accompagnate da un flute del miglior champagne. Viene offerto anche un
servizio di ristorante, e si possono organizzare importanti pranzi di lavoro. Si può
usufruire anche di un servizio di rinfreschi prestigiosi, perfetti per ogni occasione.
Orario: dalle 8.00 alle 24.00 con chiusura il
lunedì
Trieste, via Battisti 18
Tel. 040/371373 - 371173 |