FEDOR DOSTOEVSKIJ

       

OPERE

CRITICA

HOME PAGE

 

 

La vita

Fedor Dostoevskij nacque a Mosca nel 1821 da una famiglia aristocratica decaduta e di modeste condizioni economiche. Nel 1837, alla morte della madre, fu iscritto alla scuola militare di Pietroburgo, ma seguì gli studi controvoglia, perché i suoi interessi erano già rivolti verso la letteratura. Così, dopo essersi diplomato in ingegneria, rinunciò alla carriera che gli si offriva e cominciò a scrivere, superando le difficoltà finanziarie che lo opprimevano. 

 Nel 1843 pubblicò il suo primo libro, il romanzo Povera gente, che meritò gli elogi di molti critici e che dimostra come egli fin d'allora si interessasse della condizione dei diseredati e degli emarginati. Sei anni dopo, nel 1849, per aver partecipato ad alcune riunioni di carattere socialista, fu arrestato come sospetto di attività rivoluzionaria, processato e condannato a morte e solo davanti al plotone d'esecuzione si vide commutare la pena in quattro anni di lavori forzati in Siberia. La terribile esperienza e gli anni di prigionia incisero non poco sul suo carattere e sulla sua salute, che, già precaria, da allora fu minata da frequenti crisi epilettiche. 

Di ritorno dalla Siberia, dove si era anche sposato, Dostoevskij  era angustiato da gravi problemi economici, aggravati dalla sua passione per il gioco e dalle sue condizioni di salute.

Rimasto vedovo, si risposò con la sua segretaria e, a un certo punto, dovette lasciare la Russia per sottrarsi alla persecuzione dei creditori. Tra il 1867 e il 1871, visse perciò all'estero, in mezzo agli stenti, passando continuamente dalla Germania alla Svizzera, alla Francia, all'Italia.  Morì improvvisamente nel 1881, a Pietroburgo. 

Dostoevskij, con la sua opera ampia e complessa per la ricchezza dei temi e per la profondità del pensiero, segna uno dei momenti più significativi della narrativa del secondo Ottocento: con lui si conclude il periodo del realismo narrativo e comincia l'esperienza nuova del romanzo moderno. 

Fin dalle sue prime opere l'esigenza di una sorta di "impegno" sociale si esplica in un convinto e struggente umanitarismo: i suoi personaggi sono per lo più dei diseredati, umiliati e schiacciati da un ordine sociale ingiusto e inumano. In seguito - dopo la sconvolgente esperienza della deportazione in Siberia - alla denuncia sociale si aggiunge una denuncia della vacuità progressiste e materialiste; la nozione di libertà da cui queste sono guidate non è, secondo Dostoevskij, che un'illusione grossolana, un assurdo ottimismo che non tiene in debito conto il terribile conflitto che si combatte nell'uomo tra il bene e il male, conflitto da cui è il male a dover uscire fatalmente vincitore - e autentico soggetto della libertà umana.

sito realizzato da Ivana Siega

Arte

Home page