FEDOR DOSTOEVSKIJ

       

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"Visse il tormentoso transito dalla preistoria alla storia, si affacciò sugli abissi dell'inconscio e guardò da palchi privilegiati lo scenario in cui si sviluppava la lotta di classe."

Manuel Vasquez Montalbán

 

 

 

La tormentata personalità di Dostoevskij, esempio di un malessere esistenziale che anche oggi interpretiamo come profonda denuncia storica, fu condizionata di certo da un'altrettanto dolorosa esistenza. Gli incontri tra intellettuali a cui assiduamente partecipava Dostoevskij vennero bruscamente interrotti dalla polizia che arrestò i personaggi più in vista del gruppo. L'isolamento di otto mesi in cui visse, chiuso nella fortezza di Pietro e Paolo, fu poi fonte di ispirazione di molti capolavori. Dostoevskij, così come Kafka, viene nel volume definito "uomo-vittima dell'assoluto". Vero Prometeo, nonostante se stesso, incapace di superare la paura della libertà, e nello stesso tempo prima figura davvero rappresentativa dell'uomo moderno, delle sue tragiche solitudini e della "morte di Dio".

(dal sito Caffè letterario)