Home
storia
filosofia
italiano
arte
inglese
bibliografia

POSITIVISMO SOCIALE

Il Positivismo è un movimento filosofico e culturale, caratterizzato da un’esaltazione della scienza, che nasce in Francia nella prima metà dell’Ottocento e che si impone, e livello europeo e mondiale, nella seconda parte del secolo.

Il termine “positivo” da cui deriva il nome della corrente può assumere due significati: 1) “positivo” è ciò che è reale, effettivo, sperimentale, in opposizione a ciò che è astratto, metafisico; 2) “positivo” è anche ciò che appare fecondo, pratico, efficace, in opposizione a ciò che è inutile ed ozioso.

Il Positivismo, caratterizzato dalla celebrazione delle scienze, è caratterizzato da alcune convinzioni di fondo che sono:

  1. la scienza è l’unica conoscenza possibile ed il metodo scientifico è l’unico valido; di conseguenza la metafisica è ritenuta priva di alcun valore in quanto non è una scienza.

  2. Non avendo oggetti suoi propri, la filosofia tende a coincidere con la totalità del sapere positivo o con l’enunciazione dei principi comuni alle varie scienze. La funzione principale della filosofia è dunque quella di riunire e coordinare i risultati delle singole scienze. Essa è considerata  quindi lo studio delle “generalità scientifiche”.

  3. Il metodo della scienza rappresenta la base del progresso umano e lo strumento per una riorganizzazione globale della vita in società, capace di superare la “crisi” del mondo moderno o di accelerarne lo sviluppo in modo sempre più rapido.

Quest’ultimo punto è fondamentale in quanto testimonia la consapevolezza all’interno della cultura positivista di una crisi storica in Europa.

Risulta necessario distinguere le due fasi del Positivismo: la prima, che coincide con l’inizio del secolo, ha come scopo il superamento della crisi socio-politica e culturale ed è fortemente influenzata da tendenze romantico-idealistiche; nella seconda metà del secolo, invece, appare, più che come la soluzione di questa crisi, come un riflesso e stimolo di un progresso in atto.

Il successo di questa corrente filosofica è dovuto anche agli accadimenti politico-economici di quel periodo (pace ed espansone coloniale da un lato e l’internazionalizzazione dall’altro) e anche da quelli sociali (mutano i modi di vita) e nel campo tecnico-scientifico (nuove tecnologie e nuove scoperte) In ambito culturale troviamo invece il tramonto dell’idealismo romantico che spinge l’uomo verso la ricerca di un sapere che sia più vicino alla realtà.

Tutte queste novità nei più svariati settori determinarono dunque un clima di generale fiducia nelle capacità dell’uomo e nella forza della scienza e della tecnologia e portano quella dello scienziato a divenire la figura di uomo ideale (Newton, Darwin).

Per comprendere a fondo il positivismo è necessario tener conto della sua connessione da un lato con l’ILLUMINISMO e dall’altra con il ROMANTICISMO.

POSITIVISMO EVOLUZIONISTICO

L’altro indirizzo del positivismo è quello evoluzionistico che consiste nel fondara la teoria generale della realtà naturale sul concetto di evoluzione e nello scorgere in quest’ultima la manifestazione di una realtà infinita ed ignota. Il punto di partenza di questa teoria è dunque la teoria del trasformismo biologico elaborata da Lamarck e Darwin della quale il positivismo evoluzionistico non è che una generalizzazione influenzata dal Romanticismo (secondo cui il finito no è altro che la manifestazione dell’infinito). Solo attraverso questi presupposti i singoli processi evolutivi possono essere considerati parte di un unico processo continuo e necessariamente progressivo.

L’evoluzionismo positivistico è quindi l’estensione al mondo della natura del concetto di storia elaborato dai romantici che si basa tuttavia sui fondamenti della teoria biologica della trasformazione della specie; questa dottrina affermava che le specie animali e vegetali sono in continua evoluzione e fu dimostrata per la prima volta da DARWIN che fondò la sua teoria su un enorme numero di osservazioni ed esperimenti.

La sua teoria si fonda su due ordini di fatto:

  1. l’esistenza di piccole variazioni organiche (nella maggior parte dei casi favorevoli) che si verificano negli esseri viventi lungo il corso del tempo e sotto l’influenza delle condizioni ambientali;

  2. la lotta per la vita che si verifica necessariamente tra gli individui; a questo proposito si osservi come gli esseri viventi che hanno subito mutamenti vantaggiosi hanno maggior probabilità di sopravvivere e quindi di lasciare in eredità ai discendenti i caratteri acquisiti. Questa è appunto la “legge della selezione naturale”.

L’accumularsi di piccole variazioni e la loro conservazione attraverso l’ereditarietà di taluni caratteri, producono quindi la variazione degli organismi animali (e vegetali) che determinano il passaggio da una specie e l’altra; dalla teoria segue che tutte le varietà intermedie esistite di cui abbiamo tracce fossili sono state sterminate dalla natura stessa poiché non avevano le qualità sufficienti a garantire la sopravvivenza della specie.

Darwin può dunque essere considerato un ottimista in quanto dalle sue teorie trae la conclusione che col passare del tempo l’uomo e tutte le altre specie viventi non potranno fare altro che progredire: egli ritiene infatti di aver dimostrato l’inevitabilità del progresso biologico alla stesso modo in cui il romanticismo provava l’inevitabilità di quello spirituale.

Per questo scienziato non esisteva dunque alcuna differenza sostanziale tra l’uomo e i mammiferi più evoluti se non nel criterio di scelta del compagno alla quale l’essere umano attribuisce una maggiore importanza.

Darwin fu sempre solo uno scienziato e pertanto si dichiarò agnostico perché riteneva che fosse impossibile trovare nel dominio della scienza conferme o smentite decisive delle credenze religiose o filosofiche tradizionali.

Questa sua teoria fu in seguito estesa dalla natura alla società e i concetti di “selezione” e di “lotta per l’esistenza” assunsero dunque connotazioni razziste e la popolazione veniva di conseguenza suddivisa tra “forti” e “deboli” dove i primi avrebbero la prerogativa di dominare i secondi (darwinismo sociale).


Percorso interdisciplinare di eleonora lenzoni milli anno scolastico 2004-2005 liceo scientifico "G.Oberdan" Trieste


Scuole


Home page