Il Presepe vivente di Greccio
Nel Natale 1223 San Francesco realizza in
Greccio con l'aiuto della popolazione locale e di Giovanni Velìta, signore dei
luoghi, un presepe vivente con l'intento di ricreare la mistica atmosfera del
Natale di Betlemme, per vedere con i propri occhi dove nacque Gesù. Tutto fu
approntato e, con l'autorizzazione di Papa Onorio III, in quella notte si
realizzò il primo presepio vivente nel mondo.
I personaggi che nella notte del 1223 animarono il "Presepio di San
Francesco" sono quelli tramandati dalla tradizione e dalle fonti storiche,
gli scritti di Tommaso da Celano e San Bonaventura:
- San Francesco: che nel suo peregrinare giunge sul monte di Greccio nel 1208,
dove incontra Messer Giovanni Velìta e la popolazione locale per farli
partecipi della sua idea e chiedere la collaborazione necessaria alla
realizzazione del progetto; - Giovanni Velìta: Signore di Greccio, discendente
dai conti di Celano e della famiglia Berardi, che divenne grande amico del Santo
e con lui collabora al progetto. Nonostante la sua avanzata età, non esitò a
raggiungere San Francesco sui monti di Greccio per convincerlo a trasferirsi nel
borgo e la, nei pressi di Fonte Colombo, il Santo di Assisi gli espresse il
desiderio di rivivere a Greccio il mistero del Natale di Betlemme; - Alticama:
figlia di Guido Castelli, Signore di Stroncone, sposa di Giovanni Velìta, che
partecipa attivamente all'evento costruendo con le sue mani il simulacro del
Bambino Gesù; - gli Araldi: guardie e servi fedeli del nobile Velìta che lo
assistono in ogni sua attività e si recano in tutta la valle a convocare le
genti per il Natale di Greccio;
- i Nobili: cortigiani testimoni degli avvenimenti di quella mistica notte,
vissuta al seguito del loro signore; - i Frati: compagni di Francesco, che lo
seguivano fedelmente dovunque come Frà Leone, Rugino, Angelo, tre seguaci che
in futuro, da Greccio, diedero testimonianza scritta della vita di San Francesco
nella "Leggenda dei tre Compagni"; - il Popolo infine che accorre in
massa al richiamo degli araldi portando ceri e fiaccole per rischiarare quella
notte speciale, risalendo la selva con canti e preghiere animato da una fede
profonda risvegliata in loro dal poverello di Assisi. In questi luoghi nacque e
si sviluppò il santuario del Presepe di Greccio, ove dal 1973 ogni anno, come
da tradizione, viene rievocato fedelmente l'Evento. L'idea di rappresentare il
primo presepe vivente è stata di P. Valerio Casponi e oggi alla sua
realizzazione partecipano circa cento persone tra figuranti e struttura tecnica,
impegnati nella rappresentazione che si svolge a Greccio il 24 e 26 dicembre e
il 6 gennaio. L'azione scenica si compie in quattro quadri: - nel primo
"San Francesco alla Cappelletta" si narra dell'arrivo del Santo sui
monti di Greccio dove si costruirà un rifugio, quello appunto chiamato "Cappelletta";
- nel secondo, detto del "Lancio del Tizzo", si può vedere il Santo
che giunto nell'abitato di Greccio, sollecitato dalla popolazione locale, decide
di stabilire la sua dimora nel luogo dove andrà a cadere un tizzo ardente
lanciato da un fanciullo dalla piazza di Greccio. Per un prodigio, secondo la
tradizione, il tizzo andò a cadere nel luogo dove sorge l'attuale Santuario
Francescano;
- nel terzo "Giovanni Velìta a Fonte Colombo", si assiste
all'incontro del Signore di Greccio e di San Francesco, che si trovava a Fonte
Colombo per la stesura della Regola dei Frati Minori, durante il quale il Santo
esprime il desiderio di rivivere a Greccio la scena della Natività e ne
sollecita l'aiuto;
- nel quarto e conclusivo, si rivive l'atmosfera di quella notte santa del 1223
con la nascita del Bambinello mostrato al popolo da San Francesco. La leggenda
vuole che il simulacro del S. Bambino si animasse tra le mani del Santo,
benedicendo la folla riunita.