Un caldo maggio in Russia

di Bruno Zotti


Quarto Episodio : VDNCH e dintorni

Usciti dal padiglione delle conquiste spaziali russe, restiamo per un po' storditi dallo scempio fatto in questi ultimi anni. In pochissimo tempo il poderoso apparato statalista russo si é frantumato lasciando uno spettacolo desolante. Non é che in Italia siamo molto più bravi nel conservare i monumenti però quello che hanno fatto qui sarebbe come impiantare un centro commerciale in Piazza a San Pietro spianando il colonnato perché dà fastidio!

Mi sento veramente strano, non so cosa pensare e ci riposiamo un po' dalla lunga camminata sulle panchine lungo i viali alberati. Il parco del VDNCH é immenso ed una volta, leggiamo sulla guida, c'erano bus interni che portavano ai vari padiglioni che erano circa un centinaio. Vicino al padiglione dei trasporti, all'esterno, ci sono in mostra piazzati su delle piattaforme, un Tupolev 154 ed un altro che non riesco ad identificare, la cosa preoccupante che il fatiscente TY154 esposto é tuttora utilizzato come aereo di linea, con uno uguale ci sono infatti arrivato, ieri, qui a Mosca. Più in là sopra un'altra enorme fontana c'é la rampa di lancio dei vettori Vostok e forse é l'unica cosa ben conservata e che esprime ancora in tutta la sua slanciata mole, la possenza del colosso Urss negli anni delle conquiste spaziali.

Sotto a questi monumenti moderni gironzolano le famiglie russe più o meno come succede in qualsiasi città il sabato pomeriggio. La differenza però appare subito notevole ai nostri occhi, nonostante le ristrettezze economiche devo dire che le persone sembrano mediamente più serene e felici di molti altri posti visti finora, specialmente i bambini che si divertono un mono a scorazzare liberi per i viali del parco. Ci incamminiamo verso l'uscita osservano l'impressionante altezza della torre-antenna del centro televisivo di Ostankino che é lì a poca distanza.

Ostankino é il quartiere televisivo un po' come dire "Saxa Rubra" da noi a Roma. La torre della televisione é una di quelle opere colossali dell'ingegneria russa degli anni 60 quando volevano mostrare a tutto il mondo la loro potenza in tutti i campi. E' alta 533 mt, impressionante da vedersi anche a chilometri di distanza lascia veramente senza fiato, purtroppo non sono mai riuscito durante le mie permanenze a Mosca a visitarla, pare che si possa salire fino a circa 350 mt dove c'é un ristorante panoramico. Usciamo dal VDNCH e nel piazzale antistante ci sono decine e decine di persone che vendono cuccioli di animali di ogni specie, ho visto persino un pitone! C'erano dei cani bellissimi e dei gatti stupendi, più di una volta ho notato come i russi e soprattutto i moscoviti abbiano un amore enorme per gli animali e spesso ho visto persone rinunciare al poco che hanno per i amati animali domestici.

Finita la parte dei venditori di animali, ci sono alcune donne con delle cassette di banane che non riusciamo a capire da dove arrivano, mi viene un altro di quei groppi in gola, vedendo come per i bambini russi sia una vera festa poter mangiare un pezzettino di banana ed ancora una volta questi miei lunghi viaggi in Russia mi fanno capire quanto inutilmente spesso, noi ci lamentiamo di situazioni in cui altri esseri umani probabilmente venderebbero l'anima al diavolo per poterci stare almeno una settimana.

Di fronte alla fermata della metropolitana del VDNCH, c'é l'hotel Kosmos, uno di quei mastodonti da centinaia di camere costruiti per le Olimpiadi del 1980. Ormai si é fatto tardi e si avvicina l'ora di cena, decidiamo di andare a mangiare al "Pizza Hut" uno dei locali della grande catena diffusa in tutto il mondo. Onestamente in un posto del genere in Italia non ci sono mai andato e credo che difficilemte ci andrò ma a Mosca non c'é molta scelta: o si salta oppure si spende una marea di dollari in qualche grande hotel o ristornate internazionale. Siamo almeno ad una quindicina di chilometri dal posto ma grazie alla enorme e veloce rete di metropolitana di Mosca ci arriviamo in pochi minuti, purtroppo quando saliamo in superficie c'é un bell'acquazzone ed intorno alla stazione Kijevsij c'é una confusione enorme. Il posto non é certo bello né turistico ed infatti siamo tre mosche bianche in mezzo ad una folla sciamante ma ognuno bada ai fatti suoi. Nei corridoi sotterranei della stazione ci sono un sacco di venditori di vecchi libri e di vecchie copie della Pravda ovvero il giornale scomparso del regime comunista. E' d'obbligo comprarne alcune copie ricordo ma dubito che siano originali probabilemente sono delle ristampe.

Il quartiere intorno alla stazione é veramente brutto, per fortuna che la pioggia battente sta pulendo un pochino le strade ma ai bordi dove dovrebbero esserci i marciapiedi c'é un pantano indicibile. Arriviamo dopo una bella corsetta sotto l'acqua al Kutuzovskij Prospekt dove c'é il Pizza Hut. Io mi ricordavo come era nel 1991, ovvero con due ingressi. Uno per i russi con code chilometriche ed uno per gli occidentali che pagavano in dollari. Ora c'é un solo ingresso con code di una buona decina di minuti almeno. Evidentemente le abitudini occidentali del sabato sera in pizzeria sono arrivate anche qui :-) Visti i prezzi ci chiediamo però chi possano essere gli avventori ed infatti ci sono molti stranieri e poi le solite facce strane della nuova categoria dei russi arricchiti non sempre con sistemi leciti.

Tralasciamo la descrizione delle pizze, vi basti che sapere che c'é sopra carne tritata e cipolla. é impressionante osservare come circa ogni mezzora arriva un grosso camion ultra blindato con un nugolo di sceriffi a bordo armati di fucili a pompa a prelevare l'incasso del locale, la paura della malavita é palpabilissima.

Terminiamo in fretta la cena poiché decisamente ci sentiamo a disagio, per fortuna ha smesso di piovere e ci incamminiamo sul grande viale verso il centro. Decidiamo di camminare un pochino prime di riprendere la metropolitana per tornare in albergo ed approfittarne per scattare qualche foto in notturna. Arriviamo sul ponte della Moscova e proprio di fronte a noi c'é l'imponente sagoma della "Casa Bianca" completamente restaurata dopo la guerriglia e gli incendi durante il colpo di stato del 1991. Lì vicino c'e anche l'hotel Ukraina un palazzo enorme molto assomigliante ai grattacieli americani degli anni 30. Un nostro amico russo ci ha raccontato infatti che si dice che Stalin abbia ingaggiato i migliori architetti americani che lavorarono all'Empire State Building di New York per dimostrare che anche a Mosca potevano avere i grattacieli. Di palazzi con questo stile ce ne sono diversi in Mosca tra cui anche l'università Lomonosov. D'obbligo le suggestive foto alla "Casa Bianca" ed alla Moscova illuminata dalle luci dei viali che vi si specchiano, dopo il ponte inizia il Prospekt Kalinina, un grande viale affiancato da palazzoni rifatto tutto all'inizio degli anni '60 in onore di un famoso personaggio politico, Kalinin. Passeggiando, passeggiando non ci si rende conto di quanto siano lunghi questi viali, ai piani terra di questi immensi palazzoni veramente squallidi, ora si vede anche qualche ristorante e qualche night-bar. Davanti a qualcuno di questi ci sono i "parcheggiatori" ovvero degli energumeni ultra armati che sorvegliano vistose fuoriserie da cui scendono altrettanti energumeni accomapgnati da bionde mozzafiato.

Inutile dire che in questi night-bar non ci abbiamo neppure provato ad entrare....sono sicuro che non ce la passavano come spesa di trasferta:-) Ora però siamo veramente stanchi, non so quanti chilometri abbiamo fatto e così alla prima fermata di metropolitana ci infiliamo sotto in direzione del nostro Aerostar hotel.


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