Il gioco degli scacchi

È difficile dare una indicazione precisa di dove e quando gli scacchi furono inventati. Al proposito esistono varie teorie ma l'ipotesi più accreditata pone il luogo d'origine in India. Antichi poemi persiani descrivono, un antico gioco da tavolo, lo Chatrang che sembra avere dei tratti in comune con il moderno gioco degli scacchi. Questi stessi poemi definiscono il gioco persiano del Chatrang come derivato da un gioco ancor più antico e di provenienza indiana, lo Chaturanga. Ritrovamenti archeologici di antichi pezzi dello Chaturanga avvenuti nel 1972 nell'Uzbekistan del Sud fanno risalire quindi la data di nascita del gioco a circa il II° III° secolo dopo Cristo. Comunque la diffusione del nuovo gioco fu rapida anche grazie ai mercanti ed ai carovanieri dell'epoca. Con il trascorrere del tempo il nome e le regole dell'originale Chaturanga cambiarono in vari modi e secondo la regione di adozione. gli studiosi pensarono che il gioco avesse raggiunto l'Impero di Roma grazie ai contatti con gli arabi, nel IX o X secolo d.C., tuttavia un ritrovamento archeologico avvenuto nel 1932 in Molise, nell'antica città di Venafro (IS), ha gettato nuova luce sul problema della diffusione del gioco degli scacchi in epoca romana. Alcuni studiosi pensano che probabilmente il gioco fosse arrivato nell'Impero romano già nel II o III secolo d.C. tramite i legionari tornati in patria dopo le lunghe guerre combattute in terre d'oriente, forse proprio in Persia. In epoca medioevale si ebbero le prime testimonianze intorno all'anno 1000 d. C. e sono di provenienza iberica dato che proprio qui fu più forte l'influenza degli arabi. Negli anni successivi il gioco si diffuse straordinariamente anche fra i ceti più elevati. I primi veri e propri trattati scacchistici, cioè manoscritti sulle regole e tecniche di gioco, ebbero invero come unico argomento la problemistica, ovvero la risoluzione di posizioni precostituite di pezzi sulla scacchiera che potevano portare alla vittoria od al pareggio di uno dei due schieramenti solo attraverso difficili e nascoste sequenze di mosse.Nel XVI secolo gli scacchi raggiunsero un periodo di grande fulgore e nacquero i primi famosi giocatori. Specialmente l'Italia divenne la culla di campioni che i mecenati ed i regnanti di tutte le corti si contensero, organizzando tornei e sfide con ricchi premi. Ma anche in Spagna il gioco ebbe il suo momento di grazia, tanto che all'epoca dei viceré divenne il gioco ufficiale di corte. Il giocatore più famoso di questo secolo fu Gioacchino Greco, detto "il Calabrese, dove primeggiò alla corte di Re Filippo IV.

 

Nel Seicento gli scacchi attraversarono un periodo bizzarro, condito di erudite polemiche e rivalità fra i maggiori trattatisti del secolo, nonché di "deviazioni" delle regole dallo stile classico. Gli scacchi, come in generale le arti, non sfuggirono agli effetti del secentismo, del gusto dello strano e del barocco. Ma è il Settecento che ospita il primo vero giocatore teorico, cioè il francese André Francoise Danican Philidor, detto "il Grande", nato a Dreux nel 1726, che può essere considerato senza ombra di dubbio il maggiore trattatista del XVIII secolo. Fu nel periodo di Philidor che i giocatori di scacchi presero l'abitudine di incontrarsi nei caffè delle città, luogo di ritrovo anche di artisti e letterati. In Italia i luoghi di ritrovo dei giocatori di scacchi non furono i caffè, bensì le Accademie, che altro non erano che riunioni periodiche di persone allo scopo di scambiarsi opinioni od idee su ogni tipo di argomento o semplicemente per divertirsi con giochi di società. Celebri furono le Accademie di Napoli, Parma, Modena, Padova e Reggio Emilia, ma bisogna aggiungere che ormai i giocatori più forti dell'epoca erano tutti stranieri. La lezione teorica impartita da Philidor nel secolo precedente venne ripresa in parte da due inglesi, J.H. Sarratt e William Lewis. fin verso la fine dell'Ottocento la propensione dei giocatori di scacchi andava in direzione di un tipo di gioco basato essenzialmente sulla tattica e sulle combinazioni spettacolari.colui che in Inghilterra ed altrove divenne la voce ufficiale della cultura scacchistica di questo periodo fu senz'altro Howard Staunton. Nato nel 1810 fondò la celebre rivista scacchistica "The Chess Player's Chronicle", punto di riferimento per i giocatori dell'epoca. Colui che il Inghilterra fu la voce ufficiale degli scacchi fu Howard Staunton. ebbe modo di incontrare e battere numerosi rinomati scacchisti inglesi. e stranieri, fra cui vanno citati Cochrane, B. Horwitz, D. Harrwitz e Saint Amant.

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