GRANDI, PERCHE' NON GRANDISSIME ? COSA SERVE ALLE 'BIG' Ritratto di Paolo Barbieri

di Paolo Barbieri

Subito due necessarie premesse, o chiavi interpretative:
1) Questo è poco più di un gioco, uno sguardo d' assieme e nessuno vuole screditare i G.M. delle nostre squadre, né tantomeno porsi in ... competizione con loro;
2) Tra meno di un mese il consiglio direttivo FIBA vaglierà la proposta Stankovic di ampliamento della Bosman, con apertura totale nei roster non solo per i comunitari ma per tutti gli Europei: passasse, è prevedibile avrà effetti ben più dirompenti della Bosman stessa, vista la possibilità a quel punto reale di gettarsi su mercati di alto livello (si pensi alla ex Jugoslavia) con costi relativamenti contenuti. Per il giocatore medio comunitario, oggi sopravvalutato nel rapporto costo-resa, la concorrenza si farebbe spietata, con effetti senz' altro positivi sulle voci di bilancio dei club.

E' chiaro che le analisi di seguito esposte perderebbero eccome in attualità e validità se tali fossero gli scenari futuri.

Ecco dunque come, a nostro avviso, dovrebbero completarsi le otto italiane più forti della stagione che volge al termine, quelle - per intenderci - giunte ai quarti di finale.

BENETTON TREVISO.

Il reparto guardie ha un formidabile potenziale offensivo, ma in Grecia scommettono sull' approdo di Williams a una big del posto (il Panathinaikos ?) e la sua sostituzione diverrebbe il leit-motiv del mercato trevigiano. Gracis viaggia verso i 37 anni: ci sentiamo di suggerirne la sostituzione o l' impiego da decimo uomo tattico, anche perchè il suo gioco ragionato è simile a quello di Bonora, e priva in tal modo la Benetton di una variabile importante, vice-play che dia l' accelerazione, il cambio di ritmo. L' ideale sarebbe il francese Sonko del Levallois, ma è destinato alla pesante eredità di Rigaudeau al Pau e quindi più realisticamente a

Treviso arriverà un altro galletto, Forte del Limoges. Pittis e Sekunda ok come ali, mentre tutta da giocare è la partita sui lunghi: Marconato è l' unica certezza, Rebraca potrebbe scegliere la Nba, di Rusconi va verificata la condizione tenendo conto dell' età (29) e della virtuale inattività nelle ultime due stagioni. Se resta Rebraca, Rusca diverrà un fattore del mercato, altrimenti Treviso dovrebbe confermarlo. A quel punto la scelta migliore sarebbe puntare su un 4/5 affidabile in attacco: Tomàsevic del Partizan capeggia la lista.

TEAMSYSTEM BOLOGNA

La panchina è profonda ma offre soluzioni limitate: è ricca di nomi (chi può vantare Pilutti e Gay come cambi ?) ma, specie come esterni, solo in parte competitiva. Urge, una volta per tutte, chiudere la falla del n° 3: Vescovi torna a Varese e lo sanno anche i sassi, Pilutti non dà garanzie al massimo livello e l' Italia offre poco. La Teamsystem ha due strade: rinunciare ad uno (o entrambi) gli stranieri attuali puntando per esempio su Karnishovas (o il più abbordabile Alibegovic) e su un forte centro comunitario che sostituisca McRae, come l' inglese Amaechi; oppure cercare tra i comunitari il giocatore più adatto per lo spot di tre: qualche idea ? Harnish dell' Alba, Perez del CSF Siviglia, Esteller del Barcellona. Murdock da confermare solo se arriva lo scudetto, Busca o Crippa come cambio del play, Ruggeri parziale contropartita per arrivare a Monti le altre mosse. Frosini in scadenza di contratto è una grana, riconfermarlo un obbligo.

Per completare la squadra serve il cambio naturale per Myers, ciò che non è stato Vidili: Paolo Moretti ?

KINDER BOLOGNA

Della Slavia Virtus potrebbe restare solo Savic, dato che Komazec e Prelevic dovrebbero prendere dell' aria. Patavoukas è in bilico ma va confermato, ottimo elemento e professionista serio. Su Abbio eterni dubbi: lanciarlo o no in quintetto ? Difficile far affidamento a Galilea e ai tre matusa sotto le plance. Idee: Patavoukas-Abbio-play Usa (perchè non Byron Dinkins del Panathinaikos) e Righetti della Koncret a centrocampo, un 2/3 alla Ambrassa, Bonato e la sorpresona all' ala, Savic, Rusconi e Galanda sotto. Magnifico, sotto contratto, 11° di lusso, Binelli e Carera pedine di mercato per il Jack di Verona e il gioiello della Koncret. Unico problema: con Messina probabile coach, Rusconi svanisce in tempo reale.

Perchè non dare fiducia a Brunamonti ?

La sorpresona ? Mario Boni !

MASH VERONA

Miglior acquisto: Iuzzolino italiano. Forse perde Galanda, ma Nobile rientra alla base, Londero e Jerichow sono in ascesa e c'è voglia di sfida al vertice, tentando magari di coinvolgere la città e i suoi più brillanti imprenditori.

Stranieri: da rivedere Keys, comunque di difficile riconferma, meglio puntare su un' ala più costante e di maggior peso. La vecchia conoscenza Bill Edwards sarebbe l' ideale ma costa una follia. Fadini comunque è il mago del mercato Usa e certamente non fallirà. Stavolta non si prescinde dal centrone straniero e il nome giusto è Kevin Thompson. Serve poi una guardia più proponibile di Bullara ad alto livello, come Digbeu del Villeurbanne o Vetulas dell' Apollon Patrasso, e un cambio per le ali, magari Minto.

STEFANEL MILANO

La squadra è già fortissima ma ha pagato gli infortuni, e la panchina si è rivelata meno lunga del previsto. Regola numero 1, incrociare le dita. Poi avanti con Gentile, Fucka, Bowie e Kidd confermati in quintetto, cui va aggiunta una guardia meno perimetrale di Portaluppi, pur confermatissimo e sesto uomo di lusso. Troppo facile dire Moretti, l' ideale sarebbe Sconochini ma va benissimo anche Henrik Rodl dell' Alba Berlino, oppure, se Larry Middleton ottiene il passaporto ... Quadro riserve: bocciato Cantarello, serve un centro più affidabile che potrebbe essere Monti, o il francese Dubos del Pau, mentre con Portaluppi, Sambugaro e DePol tutti gli altri settori sono coperti; non vi pare una grande Olimpia ? CAGIVA VARESE Insisto nel dire che qui siamo di fronte ad un quasi capolavoro, cui manca poco per il salto di qualità. Lo starting è già oggi competitivo al vertice, confermare Poz-Menego2-Loncar e Petruska sarebbe un gran colpo. Torna Vescovi, con il serbo ex Real e Andrea Meneghin formerà il reparto di ali più forte d' Italia. Incerto il futuro di Damiao, che forse rientra alla base, e Morandotti, a tutt' oggi stipendiato Virtus ma titolare di un contratto troppo virtuoso (700 milioni) per usi e costumi Cagiva, che non potrà accollarselo l' anno venturo. Se Damiao resta, con Petruska, un terzo centro più incisivo di Morena (Cantarello o Cessel) e uno sforzo per arrivare ad un 4 che sposti (Bilba del Villeurbanne l'ideale, ma ad hoc anche Ostrowski) la Cagiva può davvero proporsi in alto.

Ciliegina, i cambi delle guardie: requisiti, lavoro oscuro e qualche punto. Candidati: Blasi e Sambugaro.

TELEMARKET ROMA

In bilico fra grandi progetti e minacce di dismissione, la Virtus Roma è al bivio. La politica del TAC (= Tirare A Campare, vedi Storia dei Governi Della Prima Repubblica, ndr) non è perseguibile in una città che risponde entusiasta ai grandi eventi, come dimostrò l' epico scudetto Bianchiniano, ma è freddina sulla normale amministrazione.

La rientrèe di Sconochini deve essere l' obiettivo supremo del mercato capitolino, unito alla ricerca finalmente di almeno un crack straniero. A quel punto si può anche confermare Henson, insieme agli intoccabili Ambrassa, Ancilotto e Pessina. Il colpissimo sarebbe Rashard Griffith del Tofas Bursa, ma è inavvicinabile e allora tentare con Mikhailov, che al Real fa il terzo straniero, o Vic Alexander, in predicato di lasciare l' Aek e la Grecia. In caso di occasionissima non sarebbe da scartare la ipotesi di un play che rispetto a Henson garantisca più continuità e coinvolgimento dei compagni; circola il nome di Obradovic, non mi convince; perchè non un pensierino a Dynkins, che il Pana rilascia ?

POLTI CANTU'

Situazione indecifrabile, a metà fra il "posso ma (forse) non voglio" e il "voglio ma (forse) non posso". Sensazione è che il patron, il re del vapore, i quattrini li metterebbe anche, ma è reduce da un anno di tribo- lato rapporto col sistema (ricordate le minacce, ad oggi rientrate, di mollare tutto ?) e per sostituire il campo di Pianella, privo dei requi- siti Fip per l' omologazione, manca l' accordo col Comune circa termina- zione e gestione del nuovo palasport, la celebre "piramide" da quasi 8000 posti che rischia di divenire una cattedrale nel deserto. L' ipotesi al momento più probabile è il temporaneo trasferimento a Desio, piazza storicamente freddina, e in questa prospettiva è arduo pensare a fragorosi investimenti.

Polti s'è inasprito quando non è stato incluso fra coloro che in Italia possono permettersi Danilovic, questo è un buon segno però la Polti è la squadra più indietro fra le otto esaminate e un rilancio in grande stile richiede, per usare una terminologia tanto di moda, "interventi strutturali". Impressione: del quintetto attuale i soli Rossini e Bailey danno 100 % di garanzia al vertice, mentre Binotto, Buratti e Zorzolo possono essere buoni cambi. Il lancio di DiGiuliomaria è prematuro ma si tratta di un '79, per cui nessuna fretta. Ebeling rilasciato, così come l' impalpabile Keità e Pete Myers, insignificante come da copione.

Sui programmi, spazio alla fantasia. Il primo obiettivo un pezzo da novanta, che non sarà Danilovic ma magari Michael Anderson o Alphonso Ford. Urge poi un forte lungo comunitario, in Italia il mercato lo faranno Monti e Podestà ma la competizione è serrata; da non scartare le piste Gay e Rusconi o in ultima analisi Carera e Chiacig.

La scelta dell' americano, che sarà un 2 o un 3, determinerà poi quella dell' ultimo spot scoperto in quintetto. Possibili soluzioni, nel caso l' Usa sia un' ala, il tedesco del Paok Baeck o lo spagnolo Angulo, che al Real non trova spazio; se sarà una guardia, proponiamo all' ala Moretti, l' ottimo francese Risacher del PSG o l' inglese Bucknall ottimo quest' anno nell' Iraklis Salonnicco: l' Italia come al solito in questo reparto offre ben poco.


ATENE CAPUT MUNDI: L' EUROLEGA PARLA ANCORA GRECO ( MA STAVOLTA RIDE IL PIREO )

La Grecia concede il bis, in un doppio senso: affianca all' Aris vincitore di Korac l' Olympiakos neocampione d' Europa e bissa il successo in Eurolega del Panathinaikos di Maljkovic del 1996. Stagione dunque record per i nababbi ellenici che per la prima volta nella loro storia conquistano due allori europei, portando a 7 i propri successi complessivi, dei quali 6 ottenuti a partire dal 1991.

Si è trattato del battesimo per l' Olympiakos, la squadra del porto di Atene, il Pireo, in un trionfo atteso da anni e legittimato da una sensazionale costanza di rendimento, tre finali di Euroclub negli ultimi quat- tro anni ! Nel '94 a beffarli fu la sorprendente Juventut Badalona, vincitrice sulla sirena grazie a una bomba di Corny Thompson, indimenticata roccia alfiere di Varese per tanti anni. L' anno seguente si inchinarono a Sua Altezza (è proprio il caso di dirlo ...) Sabonis, il leggendario principe del baltico trascinatore di un grande Real Madrid; curiosamente, in ambedue i casi coach dei vincitori era Obradovic.

Stavolta non ce n' è stata per nessuno, l' Olympiakos è giunto caricatissimo alla fase finale e dapprima ha superato, con qualche affanno, gli sloveni dell' Olimpia Smelt, tra cui si è distinto il formidabile Stepanja poi in finale ha annichilito il Barcellona delle dieci superstar, favorito d' obbligo improvvisamente eclissatosi in finale. Trascinato dal tifo dei 5000 supporters giunti da Atene, l' Olympikos in finale è partito contratto, con molti errori, ma trascinato da un fantastico David Rivers ha braccato i rivali salvo poi surclassarli con un secondo tempo da favola (42-29 di parziale). Le final four del folletto nero di New York, noto in America come "colui che costrinse Bobby Knight alla zona", passano di diritto all' antologia del basket. Durante tutta la manifestazione l' Olympiakos aveva stupito con la capacità di trovare sempre il protagonista di giornata, l' uomo in più: il doppio derby greco dei quarti fu risolto dai break di Nakic in gara1 e Tomic (3 bombe di seguito) al ritorno, altre volte era stato decisivo Welp, Sigalas fu un fattore nella seconda fase dei gironi. Rivers, con Tarlac il più costante sull' arco del torneo, ha marcato a fuoco le finali, 54 punti (top scorer) in 2 gare, 12/19 da due, 3/6 da tre con la bomba del sorpasso sul Barca, almeno tre cesti da cineteca (indimenticabile un contropiede con giro dietro la schiena a cento all' ora !) 7 assist e tanti, tanti falli subiti: ha tirato 24 liberi, con l' 88 %. Rivers è emerso a livello europeo con i francesi dell' Antibes, che portò alla finale di Eurocup '95 perduta con la Benetton: mai adeguatamente apprezzato in patria, ha vissuto spesso con la spada di Damocle del taglio quando mezza Europa sapeva che Kokkalis, mecenate della "Red Legend" (Leggenda Rossa,questo il nomignolo dei neocampioni) tentava l' impossibile per ingaggiare quel Sale Djordjevic che Rivers ha schiantato in finale: ironie del basket ... Forse non ha vinto la squadra più forte, certo non la più talentuosa, ma senz' altro ha vinto una grande squadra, la più impenetrabile d' Europa.

Non ha, eccettuato Rivers, attaccanti d' autore, come dimostrano le percentuali di tiro nel complesso non eccelse, però farle canestro è un' impresa: dopo la sconfitta, ininfluente (78-82) a Tel Aviv con il Maccabi nell' ultimo turno del girone eliminatorio, solo una volta in 7 gare ha subito più di 70 punti (nella vittoria di Belgrado col Partizan, gara1 degli ottavi) con high clamorosi, come i 49 (!) cui ha inchiodato un incredulo Panathinaikos a Oaka, tana dei verdi acerrimi nemici, nei quarti. A Roma poi, Olimpia e Barca insieme ne hanno siglati 123, alla media di 61.5 ... Nei gironi meglio dell' Olympiakos come punti subiti solo 3 slave, Cibona Croatia e Olimpia, ma tutte hanno realizzato di meno.

A livello individuale, da citare un Dragan Tarlac ormai pronto per i Chicago Bulls, atletico, difensore, rimbalzista, ancora da affinare come attaccante ma grande prospetto, e l' ennesimo nome nuovo del basket greco, Papanikolau, 20 anni, ala piccola con fisico mastodontico e grande futuro. Il successo dell' Olympiakos è poi impreziosito da capolavori in serie: ha vinto in pratica senza uno straniero, rinunciando prima al forte Willie Anderson, forse il migliore fra gli americani giunti in Europa quest' anno ma disadattato all' ambiente greco e presto in rotta con coach Ivkovic, poi al mediocre Evric Gray, convolto peraltro in uno squallido caso di doping e comunque rivelatosi ininfluente.

Gli infortuni lo hanno privato per lungo tempo del suo miglior attaccante greco, Galakteros, tuttora convalescente e a Roma per onor di firma, e durante il torneo anche di Tomic e Tarlac. Ha resistito alla tentazione dell' invasione di comunitari, limitandosi a correggere l' assetto con l' innesto oculato del centrone tedesco Christian Welp, il miglior terzo lungo d' Europa. Nei gironi ha stentato, chiudendo ad un sorpendente 5° posto quello di partenza con un poco igienico 5-5 di bilancio, ma ha innescato il turbo alla ricombinazione, dove ha sventato un velato rischio di eliminazione infliggendo il 2-0 al Cska e mantenendo imbattuto il proprio campo. Classificatosi terzo ed evitato un ottavo da suicidio con l' Efes, il calendario era comunque da far tremare i polsi: prima il Partizan con bella fuori, poi il derby col Pana !

Qui però è uscito il carattere della squadra più invulnerabile del lotto: due vittorie a Belgrado, spettacolare quella in gara3 dopo che il Partizan aveva ricambiato il favore sbancando Atene, poi l' incredibile quarto col Panathinaikos campione d' Europa: +20 in gara1, 69-49, con gli avversari tenuti a quota 20 nel 2° tempo, quasi un remake della storica gara5 della finale scudetto greca 1996 in cui il Panathinaikos segnò la ragguardevole cifra di punti ... 38. Il ritorno è stato più combattuto, anche perchè il Pana stava cedendo lo scettro in modo inglorioso e ha avuto l' ultimo sussulto, salvo poi arrendersi 65-57, al termine di una miniserie in cui gli avversari gli hanno concesso un complessivo 32/100 dal campo.

Il cammino era spianato verso Roma: il resto è cronaca. Ultima nota: controllate i nomi dei coach che hanno vinto le ultime 9 Coppe Campioni, notato che hanno tutti desinenza "-vic" ? Approposito, anche noi in Italia ne avevamo uno, allenava i campioni in carica: ora pare sia al Limoges, scaricato dalla ex squadra, lasciato partire senza che qualcuno gli abbia

offerto una chance.

Capita l' antifona ?

PAOLO BARBIERI

Prossimamente: Dule Vujosevic a Pesaro: l' annata-no della Scavolini, i programmi di rilancio, ed inoltre: via alla volata-scudetto.

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