Su
Home
motivazioni
contenuti
collocazione
tempi
finalità
obiettivi
unità 1
unità 2
unità 3
verifica
verifica1

Unità Didattica 2: la X regio


La seconda unità didattica del progetto sarà destinata alla spiegazione della X regio, allo scopo di realizzare un proficuo inserimento della trattazione della storia locale. In questo sarà opportuno selezionare e proporre i contenuti, che normalmente non trovano una trattazione approfondita sui libri di testo, se si esclude qualche spiegazione sulle province romane (fotocopia). Le lezioni si potranno articolare intorno ad alcuni argomenti:

1. Le regioni augustee
Che cosa si intende per X legio? Augusto ritenne opportuno raggruppare colonie e municipi in 11 grandi distretti che furono definiti regiones (Regioni) e designati con un numero: I, II, III, IV, V, VI, VII, VIII, IX, X e XI. I numeri furono attribuiti sulla base di una distinzione in 4 aree: l'Italia meridionale, l'Italia centrale, l'Italia settentrionale al di qua del Po e l'Italia settentrionale al di là del Po e, all'interno di ciascuna area, si procedette ad enumerare le singole regioni da oriente ad occidente: dalla regione di Roma (I) ci si volse dapprima nel Sud Italia - prima sul versante orientale (II) e poi su quello occidentale (III) -; si passò poi all'Italia centrale - sempre da est (IV, V) a ovest (VI, VII) - e, infine, ci si spostò nel Nord Italia cispadano - da oriente (VIII) a occidente (IX) - e transpadano - sempre da est (X) a ovest (X). Le regiones furono quindi suddivise sulla base di considerazioni di carattere etnico e geopolitico. Al tempo degli imperatori della dinastia giulio-claudia, inaugurata da Augusto e conclusasi con Nerone (69 d.C.) erano ascritti alla X Regione 26 tra colonie e municipi. Va ricordato che le colonie erano le città fondate da Roma mentre i municipi erano delle comunità preesistenti cui era stata riconosciuta la cittadinanza romana. Dunque le colonie erano organizzate sin dalle origini secondo lo schema amministrativo romano, in cui un’assemblea, detta curia o senato, affiancava l’attività di alcuni magistrati; mentre i municipi, benché formalmente autorizzati a servirsi delle proprie leggi e delle proprie istituzioni, si erano adeguati a tale schema. In età imperiale, venute meno buona parte delle differenze sostanziali tra le colonie e i municipi, restava tra queste comunità solo una distinzione formale: la condizione delle coloniae era considerata infatti privilegiata rispetto a quella dei municipia.
Il provvedimento augusteo rappresentò una grande innovazione, poiché le regiones si rivelarono molto funzionali sotto il profilo amministrativo, rendendo più pratica l'attività agrario-catastale e fungendo da base per i censimenti.
Dopo aver spiegato qual era la funzione di una regione nel mondo romano, si può passare ad una breve descrizione della X regio, ad esempio spiegando, anche con l’aiuto di una tabella, quali fossero le principali città presenti sul territorio:


 

Cremona

Cremona

colonia

Brixia

Brescia

colonia

Mantua

Mantova

municipio

Tridentum

Trento

municipio

Berua?

Berua

municipio

Verona

Verona

colonia

Vicetia

Vicenza

municipio

Ateste

Este

colonia

Patavium

Padova

municipio

Altinum

Portogruaro

municipio

Opitergium

Oderzo

municipio

Concordia

Concordia

colonia

Tarvisium

Treviso

municipio

Acelum

Asolo

municipio

Feltria

Feltre

municipio

Bellunum

Belluno

municipio

Iulium

Carnicum

Zuglio

Forum

Iulii

Cividale

Aquileia

Aquileia

colonia

Tergeste

Trieste

colonia

Agida

Koper/Capodistria

municipio

Parentium

Porec/Parenzo

colonia

Pola

Pula/Pola

colonia

Nesactium

Nesazio

municipio

Nauportus

Vhrnika

municipio?

Emona

Ljubljana/Lubiana

colonia



2. Qual è la fonte principale dello studio della X regio? La fonte principale per conoscere la descrizione geografica della regio X e per sapere quali popoli vi abitavano è rappresentata da Plinio il Vecchio, un cavaliere romano nativo di Como e vissuto tra il 23 e il 79 d.C. Plinio il vecchio descrive distanze, monti, fiumi, laghi, porti, città esistenti e scomparse ai suoi tempi, ma fornisce anche una nutrita serie di informazioni sull'origine, la storia e sulla condizione giuridica delle genti e dei centri abitati della X Regione. Questi argomenti vengono trattati in alcuni capitoli del III libro dell’opera più celebre di Plinio il Vecchio intitolata Naturalis historia. Possono risultare interessanti ad esempio alcuni capitoli:

 capp. 127-128: origine del nome Istria e leggenda degli Argonauti
 cap. 129: misure e città dell'Istria
 cap. 130: città e popoli dell'entroterra della regione
 cap. 131: città scomparse e principali laghi della X e dell'XI Regione

E’ opportuno inoltre chiarire con i ragazzi che i primi interventi romani in questa regione risalgono a prima dell’epoca augustea (III sec. a.C.) e che i romani non sono stati i primi ad abitare la regione, anche se non è opportuno approfondire la complessa questione degli insediamenti preromani e delle popolazioni che qui si erano insediati. Verranno indicate alcune delle tappe principali dell’insediamento romano nella regione, partendo da episodi (come le guerre dei romani contro i Galli o contro la pirateria) che vengono generalmente affrontate in classe, anche se non in modo dettagliato.
Metodologia: dopo aver chiarito alcuni concetti, quali ad esempio la definizione di regione augustea, o aver spiegato le diverse forme di insediamento romano (illustrando le differenze principali fra colonia e municipio), il lavoro verterà su alcuni aspetti di metodo più che sull’aggiunta di contenuti. Questa scelta dovrebbe rendere il lavoro meno pesante per i ragazzi. Si cercherà in modo particolare di:
a. creare efficaci collegamenti fra storia generale e storia locale, osservando le ripercussioni nella nostra regione di eventi già studiati in classe, facendo attenzione a contestualizzare sempre gli episodi ai quali si fa riferimento;
b. fornire alcune indicazioni su fonti e strumenti dell’indagine storica, per vedere come lo storico antico lavora. Può essere suggestivo ad esempio cominciare con una rappresentazione particolare del territorio della X regio, la Tabula Peutingeriana conservata nel Codex Vindobonensis 324, unica testimonianza di carta del mondo conosciuto in epoca romana (anche se il documento conservato presso la Nationalbibliothek di Vienna è probabilmente una copia del XII-XIII secolo). Si può mostrare la particolare forma di rappresentazione cartografica della tabula, soffermandosi in modo particolare sulla rappresentazione di Roma o del territorio della regione (immagini in fotocopia). Verranno quindi lette e commentate insieme ai ragazzi alcune fonti letterarie, importanti per la ricostruzione storica. Sarà inoltre importante far rilevare, anche attraverso alcuni esempi pratici, come anche fonti non letterarie intervengano in modo determinante nel lavoro dello storico. L’utilizzo delle fonti dovrebbe stimolare i ragazzi a partecipare alla lezione, favorendo l’interazione con la spiegazione dell’insegnante.
Monte ore parziale: 8 ore.