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Il giorno 20 dicembre 2006 la classe si è recata al museo di Storia Antica.
Al museo abbiamo incontrato la guida che ci ha raccontato la storia di tutti i vasi che “sedevano” nelle bacheche.
I greci, principalmente, dipingevano sui vasi immagini di vita quotidiana e venivano modellati (creati) durante il XII sec. a.C. a Corinto, dove venivano dipinti a corpo pieno, ovvero l’immagine era bianca e all’esterno della figura lo sfondo era nero.
Successivamente i vasi venivano cotti ed incisi e ricoperti di balsamo per far durare nel tempo la figura. Come detto inizialmente i Greci usavano incidere immagini di vita quotidiana e con essa anche uomini perché ritenevano il corpo un fattore molto importante. Difatti molti vasi rappresentavano immagini di guerre, corse, lotte e altre attività.
In un periodo successivo i Greci iniziarono a dipingere anche sui manici e sui bordi; iniziarono a dipingere a scene chiuse, e quindi, in un vaso venivano raffigurate due figure invece di una.
Questi vasi erano fatti con argilla. Che veniva presa e filtrata; messa in varie vasche piene d’acqua dove si puliva dalle impurità della terra.
Alla fine dell’XI sec. a.C i Greci cominciarono a creare vasi Rossi dove gli artigiani, a differenza degli altri vasi dipingevano i particolari invece di inciderli come nel secolo precedente.
Questi vasi erano usati molto nelle città stato (le POLIS) dove, a causa dell’eccedenza alimentare, crebbe la popolazione.
Negli anni successivi viene fatta una distinzione tra chi crea il vaso e chi lo dipinge. Il creatore del vaso veniva chiamato Vasaio mentre il secondo pittore. Essi stavano in un determinato quartiere chiamato Ceramico e da cui deriva il nostro termine: ceramica.
Durante il 530 a.C. i vasi erano a figure nere e rappresentavano Eracle, chiamato anche Ercole, un semi Dio che vivendo sulla terra veniva chiamato Eroe. I greci usavano fare banchetti, qui si riunivano per discutere della politica o filosofia davanti ad un boccale di vino. Le brocche, o coppe, avevano un appoggio basso e corto che sorreggeva un piatto, dove ai lati c’erano due manici.
Durante questi banchetti gli uomini potevano avere la compagnia di una donna: le donne di nessuno, le Etere.
 


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