Una giornata da romano (riveduta e corretta)
di raffaele liccardi e luca villanovich


 

Sono Eustronzio ultimo discendente di una famiglia di sfigati. Siamo nel 2365 d.C. Mio padre, in questo momento, data la mancanza di carta igienica sta urlando a squarciagola motivato a farsela portare per difendere i propri diritti, sta fronteggiando un’invasione di escrementi umani, purtroppo senza ottenere grandi risultati; mia madre, vista la mancanza di soldi, passa nottate intere in camera con sconosciuti, ma non riesco a capire perchè. Ultimamente a Roma va tutto a rotoli: ogni tanto si intravedono per le strade dei personaggi strani con 8 occhi, 4 gambe dei quali non ci si può fidare, la gente è sempre più ostile e a scuola non si fa altro che giocare a briscola e a tre/sette, inoltre le monete hanno sempre meno valore. L’altro giorno ad esempio, dopo aver guardato un bel film (di quei ke piacciono a me) sulla mia tv a schermo piatto, sono andato al mercato per comprare gli alimenti necessari per la settimana; arrivato al punto di pagare con la mia bella saccoccia piena di sterco di cavallo, il negoziante lo ha rifiutato dicendo che non gli andava bene e che preferiva lo sterco di vacca. Quindi ho dovuto pagare con il mio anello tarocco, fabbricato dal miglior taroccatore cinese di anelli in circolazione a Roma. Inoltre poi ho cercato di comprare una stecca di sigarette ma non le ho trovate perché non erano sul mercato a causa dell’editto dei prezzi. Tornando a casa un gruppo di bro del ghetto della west side ha tentato di derubarmi, tuttavia essendo stato addestrato a combattere da Bruce Lee, sono riuscito ad uscirne leso e a tornare a casa in carrozzella. Il pomeriggio, dopo aver mangiato, ho dovuto fare anch’io la mia piccola parte di lavoro, seguendo l’esempio della mamma. Finto di lavorare mi sono messo a studiare un po’ di storia greca con il mio professore Stefanus di Brazzanus e per finire ho cenato e sono andato a letto. Questa è la mia tipica giornata.


 


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