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Un dodicenne di nome Mario Fasà, che sarei io si ritrova ad avere uno zio
morto appena rientrato dalle vacanze in Transilvania.
Anche se non è normale andare in vacanza in Transilvania, mio zio Tom è
fatto così. Mi ha dato il suo regalo, un berretto rosso, un venerdì 17; non
che io sia un credulone, però tutto ha un limite.
Siamo arrivati a casa dello zio puntualissimi: è una caratteristica della
mamma, ha iniziato ha parlare del più e del meno con la seconda moglie dello
zio, Arminia. Così siamo arrivati al mio regalo; il berretto è molto simile
a quello del mio migliore amico Francesco. Dopo i ringraziamenti e appena
finita la cena ci siamo salutati.
Tornati a casa tutti sono andati a dormire tranne me. Avevo una strana
sensazione, ho messo il mio nuovo berretto sul comodino, quindi mi sono
messo a leggere il solito libro dei Piccoli Brividi e mi sono addormentato
con il libro in mano.
Come ogni mattina sarebbe stata dura alzarmi. Invece mi svegliai al primo
suono della sveglia e mia mamma incredula mi disse:
- Hai messo il turbo oggi? Cosa vuoi …- mia mamma non finì neanche la frase
che le dissi:
- Non ho tempo di fare colazione oggi devo andare subito a scuola. Ci
vediamo dopo. Ciao!-
Se non mi conoscessi bene penserei di essere un alunno modello, ma invece…
Ovviamente non mi dovevo scordare del mio nuovo e bellissimo berretto: come
avrei fatto a mostrarlo ai miei amici, altrimenti?
Arrivato a scuola andai incontro a Francesco che si illuminò alla vista del
mio nuovo berretto e gli spiegai come era andata la serata di ieri. Il suono
del campanello ci fece ricordare di dover entrare a scuola.
Alla prima ora avevamo storia eravamo arrivati alla rivoluzione francese.
Il professore inizio a parlare _ IL 14 luglio 1789 inizia la rivoluzione
francese…- e da quel punto non ho più ascoltato, fino a quando ho sentito il
prof. – Fasà! Sta attento!
Al terzo richiamo mi disse – Fasà venga fuori, una sana e buona
interrogazione non gliela toglie nessuno.
Ormai convinto di arrivare all’ennesima nota, andai verso il prof. ma ad un
certo punto vidi tutto nero e caddi a terra.
Come in un sogno mi apparve il prof. che mi interrogava e io che prendevo un
bell’ottimo ma ad un certo punto mi risvegliai e mi sentii strano. Era
normale dopo essere svenuti guardandomi in torno mi accorsi di essere nel
corpo del prof.! Mi sfregai gli occhi pensando di essere in un sogno ma mi
accorsi che era tutto vero. Così andai avanti con la lezione e
sorprendentemente capii che sapevo tutto sulla rivoluzione francese e
nessuno dei miei compagni faceva confusione. Da bravo prof. dissi loro
–Studiate fino a pagina 30 e fate…- non riuscii a finire la frase che mi
ritrovai nel corpo della bidella che mi stava chiamando, o meglio chiamava
il prof.
Alla persona con cui parlavo o che mi parlava, andavo a finire nel suo
corpo.
Così finì dalla bidella alla a una prof., da una prof. a una simpatica
bambina di prima media… e per finire nel corpo del preside! Così feci un po’
di giri e il tempo passò, quindi decisi di tornare nel mio corpo: ma non lo
trovai, invece trovai il mio berretto rosso e quando me lo misi a dosso
tornai nel mio corpo.
Le sorprese non finirono qui! Oltre a svegliarmi subito, non fare colazione
(infatti avevo una fame… )e ad entrare nei corpi degli altri, scoprii di
poter anche prevedere il futuro e leggere nel pensiero…ad un certo punto
iniziai a sentire una specie di bip, che andò avanti finchè non mi svegliai.
Peccato era tutto un semplice sogno. Sempre così va a finire.
Così scesi di sotto per vedere quando sarebbe stata pronta la colazione, ma
con mio stupore non trovai nessuno. Così andai in camera dei miei, ma trovai
solo mio padre.
Lo svegliai e chiesi dove era la mamma; mio papà preoccupato si svegliò e si
mise la vestaglia.
Cercammo la mamma da tutte le parti ma con grande stupore non la trovammo.
L’unico posto che non avevamo controllato era il giardino. Andammo a vedere
ma mi mancò il respiro e caddi a terra e mio padre cacciò un urlo, mi prese
e mi portò dentro casa.
Sorpreso nel vedere mio zio fuori dalla finestra gli corsi in contro e gli
spiegai l’accaduto.
Entrammo a casa e il mio berretto rosso cadde sul cadavere della mamma e
come per magia scomparve. Rimanemmo tutti esterrefatti e ritrovai il mio
berretto rosso sulla scrivania di camera mia.
L’ho ripresi e ritornai giù, ma non trovai nessuno e vidi una nebbiolina
leggera ma molto fitta. Una sedia si trovava straordinariamente sulle scale,
inciampai e mi svegliai sotto il letto.
Che strani sogni che ho fatto questa notte, pensai tra me e me:
- Già, molto, ma molto strani!!- mi disse una voce sghignazzando e mi
ritrovai il berretto in testa.
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