Giogetto e l'albero

RACCONTO originale, svolto all'età di 15 anni, da Rogani Simona

Giorgio, per gli amici Giorgetto, era un ragazzino vivace, fantasioso ma un po' sfaticatello.
Non andava volentieri a scuola, considerandola come un luogo in cui gli insegnanti chiedono ai ragazzi cose che gli stessi professori già sanno. Era inutile rimproverarlo e tanto meno convincerlo; se doveva proprio andarci, lo faceva per scambiare quattro chiacchiere con gli amici o per divertirsi a disegnare o meglio, a sfigurare i volti dei professori. Che discolo!
Un giorno nel quale aveva marinato la scuola gli capitò un'avventura incredibile.
Mentre sgranocchiava golosamente delle squisite noccioline e dei voluminosi pop-corn, si sedette in una panchina del parco dove spesso andava quando non metteva piede a scuola. Pensava fra sè:" che bello starsene qui seduti all'aria aperta, senza libri di storia o di aritmetica! Poverini i miei compagni: non sono ancora riusciti a rendersi conto della gravità della situazione.Ma arriverà un giorno...". Mentre bisbigliava queste parole, Giorgetto udì una voce amica, che proveniva da dietro la panchina: "Verrà un giorno in cui ti deciderai ad imparare qualcosa dai libri di scuola". " Chi ha parlato?" sussultò Giorgetto " qui intorno non c'è nessuno, oltre a me e a questo vecchio albero...". " Alt!Albero sì, ma vecchio no davvero: ho appena 11 anni" rispose la voce. Era proprio l'albero a parlare, ma Giorgetto, non capendo chi fosse l'interlocutore, balbettò: "11 anni! La mia stessa età; sei davvero tu a parlare?". "Andiamo con calma. Come vedi sono un albero bello e robusto, modestamente" disse l'albero con orgoglio socchiudendo gli occhi."Parlo perché Madre Natura ha deciso di farmi questo dono". Giorgetto allora, resosi conto che si era imbattuto in un albero parlante, disse:" Che cosa vuoi da me?" " Beh, proprio niente, stavo solo ascoltando le tue parole, che non ritengo giuste. Come ho ben capito il fatto in questione è la scuola e la poca voglia che tu hai di frequentarla". Giorgetto ribatté: " Albero, non mi dire che anche tu la pensi come gli altri: siete tutti strani...". " No Giorgetto, sei tu che sei diverso da tutti. Ma ti capisco; non è che sia così invogliante la scuola, ma penso che ci si vada per imparare, altrimenti perché credi che sia stato costruito un edificio simile? Per inserirci i professori con gli alunni?". Giorgetto ribatté:" Beh, non la penso proprio come te, ma in un certo senso non so il motivo... ma è inutile conoscerlo, tanto poi che si risolverebbe? Io per esempio, ho provato ad andare di seguito per ben 3 giorni a scuola ( che sacrificio!) ma ho notato che la professoressa continuava a ripetermi la parola ASINO e insistentemente scriveva sul mio quaderno un mucchio di cerchietti...". L'albero, che fino a quel momento era rimasto pensieroso, sorrise e così rispose: "Quei cerchietti sono il frutto del tuo non fruttuoso impegno. Scommetto che tu a casa non scrivi e non leggi mai. Per esempio, sai scrivere il tuo nome?" Giorgetto imbarazzato fece no con il capo ed arrossì come nella mela che era appesa ad un ramo dell'albero, il quale amichevolmente consigliò al ragazzo di cominciare a chiedersi che cosa farà da grande. "Hai deciso che mestiere svolgerai? No suppongo. Lo credo bene. Anche se decidessi di fare l'idraulico, mestiere che con la scuola non ha alcuna attinenza, dovresti per forza scrivere il conto da far pagare al tuo cliente. Cosa gli diresti?" Giorgetto disse sottovoce:" Direi che deve pagarmi una cifra pari al costo dei pop-corn con le noccioline..." L'albero scoppiò in una sonora risata e riuscì a dire:" Beh, non penso proprio che ti capirebbe! Non credi sia meglio imparare a contare? Vedi come ti servirebbe? Inoltre, anche se dovessi scrivere una lettera, un telegramma o qualsiasi altra cosa, non puoi cavartela con le sole parole che sai scrivere: POP-CORN e NOCCIOLINE!".
Giorgetto rifletté a lungo; non aveva mai pensato a quanto gli aveva fatto notare l'albero, il quale continuò dicendo: " Ah! Caro mio, quanto vorrei essere anch'io un umano e poter camminare, imparare. Fossi in te, non ci penserei due volte a tornare a scuola: pensa a i vantaggi che ne potrei avere..." Giorgetto, ormai convinto, disse: " Caro albero, non so come ringraziarti dei tuoi buoni consigli. Senza il tuo aiuto non avrei capito l'importanza dell'istruzione scolastica. Ti auguro tanta salute e prosperità a te e ... alle tue mele!". I due risero felici e Giorgetto da quel giorno smise di marinare la scuola, anzi, divenne il più bravo e diligente della classe. La sua più grande gioia fu quella di vedere sul suo quaderno dei bellissimi" 10 e lode": ricordava le parole dell'albero e , per ringraziarlo, andava ad innaffiarlo ogni giorno, anche nei più caldi giorni d'estate.


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