Terra d’Istria
    di Paolo Conti

    Dopo la galleria
    il mondo, un castello,
    no due!
    Uno è lontano
    bianco e puro,
    illuminato e soave;
    lucciole vanno
    all’orizzonte,
    si spostano rapide,
    in alto, in basso,
    son statue
    sul mare.

    Terre incantate
    tormentate
    dall’ingiustizia,
    dalla vendetta.
    Ma ecco,
    le lucciole
    si uniscono, no!
    Le separa
    il nero infinito.

    Tre nazioni
    In una terra
    tre popoli che
    non parlano
    la stessa lingua.
    Chi la invoca
    Croazia, Slovenia,
    Italia,
    chi pensa
    e piange
    l’abbandono,
    le viti sui
    colli, le
    stanche vacche
    o le veloci
    caprette,
    gli autunnali
    rossi cespugli,
    come la fertile
    terra, rossa di
    troppo sangue
    versato!

    Si piange al presente,
    si ride
    al passato,
    si spera
    un futuro.
    Tre nazioni
    di gioia e
    di speranza
    che non riesco
    a viverne senza.

    Ecco finalmente
    il primo sol,
    ecco l’avvenire,
    sale anche qua
    lento e caldo.
    Sale su
    tre nazioni
    su una sola
    terra, madre
    genitrice e
    amore, Istria.
    Istria,
    terra nostra,
    terra mia
    patria di
    reietti abbandonati,
    terra nostra?
    No, è solamente
    Terra d’Istria!

     


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