C'
era
una volta,
in
un paese lontano lontano, una bambina di nome Anne.
Anne era alta un barile e mezzo, aveva i capelli
lunghi, lisci e color del miele di castagno; viveva insieme alla mamma e
al babbo in una casa tutta di pietra nel bel mezzo del bosco. In una radura poco lontana dalla loro abitazione,
facevano pascolare la mucca Flora e il piccolo gregge capeggiato da
un’astutissima pecorella bruna di nome Campanellino.
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Campanellino era la disperazione di mamma Benedetta e
papà Tomeo ed anche della piccola Anne; la birbante era capace di
prendere iniziative davvero sconcertanti in cui poi coinvolgeva tutto il
gregge. Una volta, per esempio, decise di voler saltare a tutti i costi lo
steccato che segnava il confine tra il pascolo di Tomeo e un altro; ma,
dopo averci provato più volte, rimase incastrata a penzoloni nel vuoto
tra i due pascoli. Campanellino, per lo spavento, iniziò a belare a più
non posso, tutte intorno le altre pecore presero a belare anche loro a
perdifiato e Flora la mucca, irritata da tutto questo trambusto, smise di
dare latte per due giorni.
Quante emozioni quel giorno per Anne che non faceva
altro che andare, dal pascolo a casa, per tenere informata la mamma su
come, papà Tomeo, cercava di disincastrare Campanellino e calmare poi
tutto il gregge.
Benedetta prendeva il tutto con molta filosofia,
sapeva di che pasta era fatta Campanellino e quindi non si stupiva più di
tutti i guai che combinava, però sapeva anche che era la pecora più
simpatica che avesse mai avuto e quanto latte dava e che buon formaggio se
ne ricava!
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