E' tornata ai remi una delle migliori sculler italiane di tutti i tempi


Ciò che voglio dire sul canottaggio femminile

di Paola Grizzetti
WWW, 22/12/2000 - Mi ha fatto molto piacere constatare che molta gente sia rimasta colpita in modo positivo alla mia presenza come atleta alle gare del Memorial Galli, dopo sette anni di inattività. Probabilmente c'è in loro il ricordo di me e di quello che ho fatto con le mie fantastiche compagne.
Solitamente sulla bocca di allenatori e dirigenti non viene espressa una nota favorevole riguardo il movimento femminile, soprattutto quando non si è più giovanissime.
Penso, anzi credo, che questo sia molto negativo: purtroppo in Italia quando una società si trova un'atleta dalla quale si intravede qualche possibilità in campo internazionale, la si spreme subito per mettersi in mostra senza pensare che i veri e più significativi risultati si raggiungono con il tempo, non con la fretta.
Questo comportamento non fa altro che allontanare le ragazze dalle società.
Se ripercorriamo l'attività di un Club notiamo che nella fascia di età compresa tra i 9 e i 13 anni la proporzione dei ragazzi rispetto alle ragazze è quasi al 50%, come passiamo di categoria tale percentuale cresce in maniera esponenziale a favore degli atleti maschi. Se prendiamo in considerazione la fascia di età tra i 25 /30 anni notiamo che il rapporto tra atlete ed atleti è circa 2-3 su 100.
Questi dati devono farci riflettere su dove sta realmente il problema, possiamo realmente dire che è solo colpa della gestione della Federazione o del Centro Nazionale o dobbiamo pensare che nelle nostre società l'ambiente sia prettamente maschile e non coinvolge ed entusiasma le atlete donne?
D'altronde anche nel settore maschile la formazione di buoni equipaggi a livello internazionale richiede del tempo, in Italia oltre ad essere quello maschile più numeroso, la squadra può contare su atleti già campioni i quali possono aiutare il gruppo a crescere trasmettendo esperienza e sensazioni che solo chi le ha provate ha la vera capacità di poterle trasmettere.

Basti verificare quanto lavoro La Mura ha dovuto fare per ottenere il grande risultato che ha raggiunto con l'8+ a Sydney. Cito questa barca perchè dopo 8 anni di allenamenti e combinazioni ha avuto una crescita notevole, ma anche tutte le altre imbarcazioni come ben si è visto hanno dato ottimi risultati.
Questo è la dimostrazione che il settore femminile deve lavorare creando una base sulla quale bisogna lavorare per costruire e guardare avanti e non è sufficiente agitare le acque solo al termine di ogni quadriennio e soprattutto in periodo elettorale.
Io credo che si debba guardare in modo positivo il movimento femminile quando questo si presenta con obiettivi seri anche con atlete di età superiore ai 24-26 anni. Se questo accadrà sarà la conferma che lo sport al femminile può esistere e vivere fondandosi sui sani principi dello sport.

                                                                                                 

Paola Grizzetti
Paola Grizzetti

 

 

 

 


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