Rock Notes : perché Sanremo é Sanremo

di Giuliano Caroli

Quinto appuntamento con il vostro Rock Motel preferito.

Abbiamo lasciato passare un po' di tempo dall'ultima volta e casualmente abbiamo saltato il Festival di Sanremo. Come potevamo però anche noi esimerci dall'obbligo morale di scrivere quattro fesserie a riguardo. Sotto dunque con le nostre solite sapienti considerazioni.

Ancora una volta Sanremo si é dimostrato un appuntamento al quale gli italiani non sanno rinunciare (anche se non vogliono darlo a vedere), tutti lo insultano, tutti sono accaniti detrattori della "canzonetta italiana" e quindi del baluardo "nazional-popolare" per ecellenza, però tutti lo guardano, o quasi.

Cioé, quasi tutti! Questa é sicuramente una delle fonti più succulente di discussione su questo argomento.

Il Festival ha subito una considerevole flessione per quanto riguarda i dati di ascolto. Intendiamoci, nessuno é riuscito a mettere in alcun modo in difficoltà la trasmissione (anche perché non aveva concorrenti: la Fininvest praticamente non si é cimentata nella tenzone, la Rai ha costruito il palinsesto della settimana in funzione esclusiva del Festival, sopprimendo il pericolosissimo-a livello di "share"-Maresciallo Rocca) comunque il Festival non sembra più essere quella corazzata inaffondabile di qualche tempo fa.

Tutto questo può prestarsi ad ulteriori e diverse interpretazioni

Si potrebbe pensare che la coscienza popolare sia mutata, che la gente abbia finalmente imparato a riconoscere Sanremo per quel che é: una manifestazione canora fatta apposta per la televisione, in cui la musica non é altro che un pretesto per assicurare alla Rai, sempre più a corto di idee e sempre meno convincente nelle sue scelte (intendiamoci, la Fininvest non é assolutamente meglio) una settimana di vittoria e primato assicurati, nella sempiterna lotta al primato dell'"audience".

Non ne siamo particolarmente convinti, purtroppo gli italiani, nella musica ma anche in tutto il resto, sognano le rivoluzioni ma poi si spaventano alla prima difficoltà, e non disdegnano la quiete e la tranquillità del sabato sera in poltrona cullati da Baudo o dal Bagaglino, quindi dopo questa piccola flessione aspettiamoci un altro pacco di anni con il Festival saldamente al comando in un'apoteosi di records.

Detto tutto ciò non ci rimane che il tempo per una qualche, ulteriore considerazione conclusiva .

Il Festival ci ha lasciato in eredità il solito Big "trombato" prima dell'inizio; stavolta é toccato ad Ornella Vanoni (che per inciso ha avuto forse più successo così) ad essere esclusa perché la sua canzone era già stata sentita, (a quando le esclusioni per manifesta schifezza?)

Ci ha lasciato la solita persona famosa non cantante (ma che si crede tale), esclusa in uno dei rari momenti di serietà della commissione che esamina le canzoni. Naturalmente parliamo della "buona" Alba Parietti, sulla quale non ci sentiamo di dire nulla, ci manca il tempo e la voglia di perderlo.

Quello che invece é mancato é stato il solito tentativo di suicidio, o qualche bella incursione di qualche mattoide buontempone, ma si vede che stavolta Pippo ha puntato su altro.

A questo punto é proprio tutto, non crediamo di aver dimenticato nulla, o meglio nulla che potesse servire al nostro discorso. Un'ultima cosa, ci siamo accorti di non aver parlato quasi niente di musica in questa occasione.

D'altronde mi sembra che ci siamo tenuti in linea con Sanremo, dove la musica, come abbiamo detto é solo un pretesto. Tant'é, così é e così sarà sempre, perché Sanremo é Sanremo!

 


Arte

Home page