Dolomiti,

scomparsi sei ghiacciai

di Michele Gregori

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Gli scienziati svizzeri hanno lanciato l’allarme: il 90% dei ghiacciai delle Alpi presto si scioglierà e sarà disastro. Entro 50 anni la temperatura media salirà di due gradi, con conseguenti smottamenti, fiumi in piena , straripamenti di laghi, che stravolgeranno la vita di milioni di abitanti della regione alpina.

Se uno scenario tanto apocalittico è ancora soltanto una previsione, è già una realtà la scomparsa, negli ultimi quindici anni, di sei ghiacciai nelle dolomiti. E molti altri sono minacciati di estinzione. Siamo in presenza di una fase di ritiro che non ha precedenti nel nostro secolo. E proprio perché i ghiacciai dolomitici sono in genere di modeste dimensioni, ci si accorge della loro fragilità.

La causa di questo fenomeno è l’innalzamento della temperatura dovuto all’inquinamento atmosferico e all effetto serra.

A delineare la nuova mappa dei ghiacciai è una ricerca realizzata dal Centro sperimentale valanghe e difesa idrogeologica di Arabba, che si fonda sui dati storici e su quelli rilevati nel corso di campaggine del 1997. Dal 1980 ad oggi i pochi ghiacciai dolomitici che si avvicinano al tipo alpino hanno manifestato un continuo arretramento. In media 5-6 metri l’anno. Nel periodo 1991-1995 la fronte del ghiacciaio del Travignolo si è ritirata di 75 metri e quella del ghiacciaio del Cristallo di 90 metri. Così è caduto il maggiore dei ghiacciai dolomitici, quello della Marmolada, la cui fronte ha subito un regresso medio di 45 metri e per il Ghiacciaio Inferiore dell’Antelao, che negli ultimi 15 anni ha fatto registrare un ritiro di 50 metri. Il ghiacciaio della Fradusta in pochi anni, dal 1991 al 1995, è arretrato di 35 metri.

A subire le conseguenze peggiori sono stati i ghiacciai di dimensioni più piccole che si sono estinti. Così oggi non esistono più il ghiacciaio di Pisciadù e il ghiacciaio delle Mesules che erano posti nel settore settentrionale del Gruppo del Sella, il ghiacciaio di Dentro del Froppa, sulle Marmarole, il ghiacciaio di cimo Cadin e di Antemia, nel gruppo della Marmolada, il ghiacciaio del Pelmo che occupava una parte del grande circo sudorientale della montagna. Rischiano di fare la stessa fine i piccoli ghiacciai delle Tofane a Cortina.

Per avere un’idea di come evolve il fenomeno il limite delle nevi temporaneo di fine agosto negli ultimi 15 anni si è spostano in media di 140 metri più in alto rispetto al decennio 1972-1981. Dal punto di vista climatico le temperature estive ( giugno - settembre) dal 1977-1978 in poi manifestano una chiara tendenza a rialzo, superando, sin dal 1979lamedia del triennio 1926-1955.Nel decennio 1981-1990 e stato in media di 1,2 gradi centigradi più caldo rispetto al 1956-1980.

La tendenza che caratterizza le temperature estive si registra pure su scala annuale. Anche le precipitazione nevose sono diminuite notevolmente: rispetto al ventennio 1961-1980 la neve caduta d’inverno ( ottobre - maggio) nel decennio 1981-1990 è stata mediamente del 15% in meno con un picco del 28% in meno a Cortina.

Per evitare questo fenomeno bisogna evitare l’inquinamento cioè chiudere le fabbriche che inquinano e promuovere campagne naturalistiche come "le domeniche senz’auto". Non potendo tornare indietro perché questo è un fenomeno irreversibile e quindi non ci sono rimedi basterebbe non peggiorare la situazione che è già pessima.


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