Il Carso triestino

 

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Storia e cultura del carso triestino

Al fine di tracciare una breve storia del Carso dobbiamo risalire al 178 a.C., anno in cui le legioni romane per la prima volta invasero il Carso dopo strenue lotte con gli Istri, che in quel tempo abitavano i castellieri carsici.Tra il 50 ed il 30 a.C. Tergeste -Trieste diventa una colonia romana e la zona vive un periodo di tranquillità. I castellieri, divenuti inutili vengono abbandonati, mentre fioriscono numerosi centri che costituiranno i nuclei degli attuali villaggi carsici. Tra questi centri ricordiamo Bagnoli, in posizione strategica all'imbocco della Val Rosandra, da cui nasce l'acquedotto romano che rifornì Tergeste.Nella zona di Aurisina e Sistiana c'erano numerose cave da cui si estraeva un marmo pregiato usato nella costruzione di molte città romane (tra le quali Aquileia). Si suppone che al tempo dei romani, il Carso abbia conosciuto un periodo di benessere che durò sino al VI-VII secolo d.C. con l'avvento dei Longobardi e delle prime tribù slave che invasero la zona spingendosi sino all' Isonzo. Sono tempi difficili per le numerose invasioni barbariche e spesso i nativi locali sono costretti a rifugiarsi nei castellieri, le cui mura difensive vengono in parte restaurate. Ancora oggi i luoghi dove sorgono i castellieri conservano il nome Tabor (dallo slavo: luogo fortificato) come quello di Monrupino.Nel XV secolo si formano lentamente i nuovi villaggi carsici. Lo stile di questi edifici è romano-gotico e denota anche una influenza veneta. Sono case robuste con stalla edificate in pietra calcarea e in arenaria. Le stesse sono recintate da un muro di pietra e disposte orograficamente attorno ad una piazzetta centrale dove solitamente si trovava il pozzo o la cisterna. Caratteristici sono anche i portali in pietra bianca recanti oltre ai simboli sacri anche la data di costruzione e talvolta il nome del proprietario. La principale risorsa dei paesi del Carso, è data dall'allevamento del bestiame e dei suoi derivati e da una povera produzione agricola. L'artigianato è poco sviluppato e riesce a malapena a soddisfare le richieste locali.Il Carso è nuovamente luogo di battaglia nella Grande guerra del 1915-18. La zona viene martoriata dallo scavo di trincee e bunker e dai cannoneggiamenti che fanno scempio dei paesi e della natura. Anche la seconda guerra mondiale porta nuovamente sul Carso la distruzione. Nel 1945 la vita rinasce a conferma della vitalità e la volontà dei carsolini di amare questa terra.